In medio stat virtus, ma anche no Ancora una volta facciamo le cose a metà
Chissà perché questa storia di stare in mezzo al guado sembra la preferita in Valle d’Aosta.
Mezza università, per un progetto infinito, pochi corsi di studio e conseguenti iscritti. Ferrovia a metà, tra treni bimodali ed ampliamenti non riusciti, fino ai nuovi lavori costosi mantenendo una viabilità scarsa, aeroporto a metà tra fallimenti, lavori, nuovi progetti, distruzioni e ricostruzioni. Ospedale a metà, ampliamenti, scoperte, inadeguatezze e chiusure parziali. Pista ciclabile tra lavori e malcontento di negozianti e automobilisti, per ottenere un’inaccessibilità a tratti e una pista a metà. Ora aggiungiamo anche la pista di atletica, per non farci mancare niente.
Perché Aosta farà dei lavori su una pista ormai obsoleta ma senza avere denaro a sufficienza per omologarla, senza cioè che la nuova struttura si presti a competizioni internazionali. Nonostante la mancata programmazione i lavori si faranno, gli alberi, punto focale verde della zona, verranno tutti abbattuti e nonostante alcuni saranno poi ripiantati, la zona verde subirà una modifica importante, in tutto questo senza raggiungere un obiettivo finale. Perché non siamo in grado di progettare prima di fare, di futurizzare prima di investire, di preservare e intanto progredire?
Viviamo scissi o non investiamo nel progresso, vedi la mobilità green o lo facciamo di un tratto e male, vedi la pista ciclabile. Vogliamo avere delle eccellenze, vedi università e ospedale, poi non le sappiamo progettare, quindi lavori lenti e progetti obsoleti.
Ci può essere un solo responsabile per questa inadeguatezza: la politica.
Il compito del politico è quello di capire le esigenze della cittadinanza, progettare un futuro adeguato alle stesse necessità, nel rispetto di tutti canoni ed attuare un lavoro che realizzi il progetto in tempi celeri, portando progresso, senza bisogno di continui aggiustamenti.
A che punto si inceppa la macchina o se lo faccia in ogni fase, non è dato di saperlo. Certo è solo il risultato… a metà tra il tutto e il niente, per cui a volte è meglio niente.
Fermarsi riflettere e poi partire.