«In Europa prevalgono interessi nazionali e soluzioni ideologiche, ma ai cittadini servono azioni urgenti»
A causa della volatilità dei prezzi dell’energia, da qui ai primi sei mesi del 2023 in Italia saranno a rischio migliaia di imprese e posti di lavoro. Abbiamo chiesto all’europarlamentare del Gruppo Lega - Identità e Democrazia Alessandro Panza (nella foto) quali siano le risposte dell’Europa. «La risposta della Commissione europea alle difficoltà del mercato energetico è stata il piano REPowerEU, che mira a trasformare il sistema energetico europeo ponendo fine alla dipendenza dell'Ue dai combustibili fossili russi e ad affrontare la crisi climatica. La Commissione mette in primo piano il risparmio energetico come arma per la riduzione delle bollette, ma per quanto sulla carta possa essere apprezzabile perseguire un percorso green, ci sono molteplici criticità: quella principale è legata al supporto di nuove infrastrutture, come i rigassificatori e i gasdotti, nuova produzione e nuovi contratti di lungo periodo che risultano incompatibili con gli obiettivi fissati, poiché tali infrastrutture rischiano di diventare rapidamente obsolete e permanentemente costose man mano che l’Europa dovesse avanzare nella decarbonizzazione».
«Per quanto riguarda il nostro Paese - prosegue Panza -, l’Italia sta perdendo terreno nel confronto economico con i partner europei, assieme ai quali dovrebbe invece perseguire una più armonica strategia energetica comune. Secondo Eurostat, sono 109 i reattori nucleari attivi nei 13 Paesi dell’Unione europea che producono energia e che hanno garantito un quarto dell’intera produzione Ue. A fronte dell’urgenza di un’azione, vi sono responsabili politici e organi d’informazione che vanno diffondendo l’illusione che sia seriamente possibile affrontare il dissesto energetico facendo ricorso alle varie nuove forme di sfruttamento dell’energia».
L’eurodeputato aggiunge: «Attualmente l'Ue non può acquistare energia direttamente da partner terzi, ma può facilitare e coordinare le azioni degli Stati membri e rafforzare la posizione negoziale collettiva dell'Ue sui mercati mondiali. Come Gruppo Lega - Identità e Democrazia abbiamo chiesto il Price cap, il tetto ai costi di luce e gas, e di istituire un’entità unica europea per acquistare il gas a un determinato prezzo. In alternativa potrebbero essere messe in atto forme di ristoro direttamente rivolte ai clienti finali che si intende proteggere. Questo meccanismo è quello più facilmente attuabile e ricalca la strada seguita dal nostro Governo sin dall’autunno 2021 per venire incontro all’aumento dei prezzi dei servizi energetici e carica tutto l’onere degli alti prezzi dell’energia sul bilancio pubblico e i contribuenti».
«In questo momento di crisi in cui tutti gli Stati dovrebbero essere uniti per fronteggiare la crisi economica e del gas esacerbata ancor più dagli attacchi ai gasdotti Nordstream, le posizioni nazionalistiche non mancano di manifestarsi - sottolinea Panza - La Germania per esempio sta mettendo in campo un maxi-scudo da 200 miliardi».
«L’Ue continua a buttare la palla avanti senza decidere, facendo prevalere gli interessi nazionali, dando risposte vaghe e ideologiche: vengono richiesti sacrifici ai cittadini europei, ma l’Europa in sé non è disposta a farne. Quando ascolto “dal pulpito” suggerimenti per contenere lo spreco energetico indirizzati alla popolazione penso che bisognerebbe dare l’esempio, chiudendo quel doppione inutile e oneroso della sede del parlamento europeo di Strasburgo», conclude l’esponente della Lega.