«In Consiglio Valle con il mio intervento sui 500 euro non volevo offendere nessuno»
«Capisco le polemiche, le prese di posizione, persino le petizioni in atto. Nel mio intervento fatto in Consiglio Valle sulla piattaforma per i 500 euro per l’aggiornamento degli insegnanti non intendevo offendere nessuno, come si può evincere dall’intervento pronunciato nel suo insieme e non usato attraverso semplici estratti. Non mi riferivo naturalmente al corpo insegnante nel suo insieme, al quale per altro ho sempre espresso apprezzamento per il lavoro svolto, anche durante la pandemia, in numerosissime occasioni e in tutte le sedi. E dunque è facile notare il rischio di strumentalizzazione, che è altra cosa. Il sindacato ha usato l’occasione per un plaidoyer di tipo generale che, nel contesto, c’entra a poco, sapendo che mai mi sottraggo al confronto sui singoli temi». Firmato Luciano Caveri, che spiega così le parole pronunciate in risposta ad un’interpellanza di Progetto Civico Progressista sulla Carta docenti, utile per vedersi riconosciuti i 500 euro per l’aggiornamento professionale degli insegnanti a tempo indeterminato.
«Gli insegnanti che sbagliano sulla piattaforma nostra sono affezionati alla carta e alle segreterie, io sono andato a vedere come si fa, ed è a prova di imbecille». E ancora: «Da me sono venuti, come sono venuti da lei, delle persone che io considero dei casi umani» le parole pronunciate da Luciano Caveri.
Apriti cielo. A protestare contro l’assessore prima i sindacati, poi i gruppi di minoranza Pour l’Autonomie e Lega VdA.
Cisl-Scuola, Flc-Cgil, Savt-École, Snals-Confsal con una lettera aperta invitano l’Assessore a scusarsi «per le sue affermazioni lesive della dignità dei lavoratori».
I sindacati segnalano, inoltre, come «la piattaforma è strutturata in modo tale che non è possibile annullare un invio per riformularlo, come avviene per altri applicativi predisposti da Inva per la Sovrintendenza» e non è possibile «rifiutare l’esito della procedura e proporne una nuova, correggendo eventuali errori, come avviene, invece, per gli acquisti su Amazon da lei stesso evocati».
Ricordando come il bonus sia «un diritto del lavoratore», i sindacati invitano l’Assessore ad esprimere «un parere anche in merito all’operato dell’Assessorato da lei diretto, sia per quanto riguarda l’Istruzione sia per quanto riguarda la partecipata Inva».
«La colpa? Non essere riusciti a caricare correttamente i giustificativi di spesa del bonus da 500 euro. Motivo per cui, alcuni docenti, dopo le difficoltà riscontrate, si sono rivolti direttamente a lui per chiedere aiuto al fine di recuperare una somma che, per i docenti, è un diritto» ricorda invece in una nota il Carroccio.
Proprio lunedì scorso, 7 novembre, la Giunta regionale ha stanziato le risorse - 885mila euro - per l’anno scolastico 2022/2023 del bonus.