“In campo aperto”: un progetto fa incontrare l’agricoltura, la cucina e l’inclusione sociale

“In campo aperto”: un progetto fa incontrare l’agricoltura, la cucina e l’inclusione sociale
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Valorizzare il lavoro e le coraggiose scelte di alcuni produttori agricoli locali e promuovere una cultura dell’inclusione con particolare riferimento alle persone con disabilità. Sono questi i principali obiettivi del progetto “In campo aperto” che è stato presentato martedì scorso, 19 ottobre, nella sede del Csv in via Xavier de Maistre, ad Aosta. L’iniziativa si prefigge inoltre di evidenziare e di fare conoscere la storia e le caratteristiche dei prodotti di varie aziende della rete Slow Food, attraverso una serie di interviste realizzate dai giovani con disabilità che hanno preso parte al progetto “Il cielo in una pentola”. La successiva fase ha previsto - proprio partendo da queste materie prime - la creazione di ricette con la collaborazione di cuochi professionisti. Le attività sono state documentate attraverso riprese video che, riunite in cinque “clip” di filmati, saranno diffuse online sui social e sul sito Aostasera.it.

Il progetto in questione, finanziato da un bando del Csv, si concluderà tra dicembre e gennaio prossimi. I partner, con Slow Food come capofila, sono il Co.Di.Vda (coordinamento di 13 associazioni che si occupano di disabilità sul territorio valdostano), l’agenzia di stampa Più Press, l’Unione Cuochi della Valle d’Aosta, la Cittadella dei Giovani e la cooperativa sociale “C’era l’Acca”. L’iniziativa martedì è stata illustrata dal referente di Slow Food Yves Grange, dal presidente di Co.Di.Vda Roberto Grasso, da Erika D’Alfonso per la cooperativa C’era l’Acca e da Nathalie Grange di Più Press.

«Siamo partiti con il doppio obiettivo di valorizzare e promuovere le attività di alcune aziende e di aiutare dei giovani. Questi ultimi si sono impegnati sia nelle attività agricole all’aperto sia in cucina nell’elaborazione dei prodotti dei campi e degli orti. - ha spiegato Yves Grange - Siamo ora a circa metà percorso e siamo molto contenti dei risultati ottenuti. Per noi questa esperienza è stata nuova e ha rappresentato una bellissima opportunità di attività concrete. Vogliamo continuare e cogliamo l’occasione per ringraziare pubblicamente i nostri partner».

«Siamo molto presenti sul territorio come cooperativa. - ha evidenziato Erika D’Alfonso - In questo progetto ci è sembrato particolarmente importante arrivare a conoscere tutto il processo di coltivazione dei vari prodotti e la cultura e la filosofia di Slow Food. Il nostro ruolo è stato anche quello di accompagnare i partecipanti nelle interviste che avrebbero condotto e capire quali curiosità erano state suscitate. Inoltre, oltre a creare intrecci e collaborazioni, altrettanto importante è stato promuovere il piacere e la passione del cibo. Voglio anche ricordare il progetto “Il cielo in una pentola” che è nato nel 2016 con la collaborazione dell’associazione Girotondo e che sta proseguendo con lo scopo di favorire integrazione e sviluppare abilità in persone con disabilità tramite un percorso sperimentale di cucina e di avvicinamento al lavoro con frequenza settimanale. Sono stati realizzati incontri formativi con cuochi aderenti alla loro Unione regionale. Il tutto lo si deve principalmente alla volontà e alla passione dimostrate in questi anni dalla nostra presidente Maria Cosentino».

Aderiscono all’iniziativa l’alpeggio Tzantamerla di Doues di Michael Cuaz per la Fontina , l’azienda Micapan di Fénis per il pane, L'Abeille d'Arnad di Fulvio e Aline Noro per il miele, la Macelleria Péaquin di Saint-Vincent per la carne valdostana e Paysage à Manger di Federico Chierico e Federico Rial a Gressoney-Saint-Jean per gli ortaggi.

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