In “Barbara & Co” la battaglia di trenta donne con il cancro
Nel nome “Barbara & Co” sono contenuti tanti altri nomi, di persone colpite dal cancro, ma anche di familiari ed amici. Barbara è Barbara Biasia Gex, che con il tumore lotta ancora ma ne vuole parlare e, dopo i libri “Due motori per la vita” e “Ripartire!”, coinvolge nell’esperienza della narrazione anche altre persone. Il risultato è il racconto corale “Barbara & Co. Vivere e battersi per una giusta causa. Per sé e gli altri” (in libreria al costo di 18 euro), presentato nella sala Viglino di Palazzo regionale in occasione della Festa della donna, mercoledì scorso, 8 marzo. Il folto pubblico ha applaudito le testimonianze, si è commosso, ha ricordato chi non c’è più e incoraggiato chi continua a lottare. Le storie sono state raccolte da Giacomo Sado, che in questo caso ha affiancato Barbara Biasia nella sua instancabile testimonianza a favore della vita. Le storie raccolte nel libro sono raccontate da Maria Vanessa Condulucci, Luisa Alimentato, Stefano Spanò, Maura Susanna, Marina Demoz, Anna Marchisio, Ester Porta, Paola Elsa Parisi, Renzo Ribetto, Emanuele Giubasso, Elena Ponzetti, Luca Bianchini, Daniela Taricco, Stefania Pisani, Mimma Panaccione, Vilma Papurello, Anna Ugliano, Ruggero Zanola, Silvana Insalaco, Katia Righi, Michela Perrod, Elisabetta Allera, Noemi Tomaselli, lonica Gradinaru, Elisabetta lannelli, Rosita Marcoz, Dania Ballerini. E naturalmente Barbara Biasia, che commenta: «Scrivo anche per non impazzire, per poter fare qualcosa per gli altri, non chiedendo niente in cambio. C’è anche un risvolto benefico perché il ricavato del libro va tutto in beneficenza per le donne malate oncologiche dell'ospedale “Umberto Parini” di Aosta». «Quello su cui insisto nei miei libri e nelle presentazioni - conclude - è l'umanità con cui alcuni medici si sono rivolti a me nella malattia, l'umanità che vorrei che ci fosse dappertutto, ma soprattutto negli ospedali. Sono stati questi atteggiamenti delicati che mi hanno trasmesso la voglia di vivere, il saper parlare anche ai miei familiari, ai miei figli e ai miei amici».