Impoverimento lampo

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Secondo l’Aggiornamento congiunturale sull’economia della Valle d’Aosta di Bankitalia, oltre alle presenze turistiche aumentate in maniera consistente con un boom estivo di soggiorni stranieri giunto a toccare quota più 75 per cento, è il settore delle costruzioni ad essere in espansione nonostante i rincari subiti dalle materie prime, trascinando così anche una crescita significativa sulla vendita degli immobili residenziali.

Tuttavia l’allarme da sollevare subito è rilevante: si chiama Renovation Wave.

Si sta facendo strada infatti in Europa un inquietante progetto, che segnerebbe un impoverimento molto grave per l’Italia. Tale progetto denominato Renovation Wave, di cui si discuterà il mese prossimo, mirerebbe a vietare tra il 2030 e il 2033 la vendita e l’affitto di edifici con classe energetica bassa (inferiore alla E).

La classe energetica, lo ricordiamo, è diventata importante negli ultimi anni perché indica il livello di consumo energetico e di inquinamento di una abitazione.

In luoghi freddi come la Valle d’Aosta ad esempio, adattare un appartamento, una casa o un qualsiasi immobile ad una classe energetica di alto livello, richiede dei lavori importanti non soltanto per il cambio di vecchie caldaie o dei metodi di riscaldamento, ma anche riguardo a infissi e coibentazione dell’immobile stesso, lavori spesso strutturali e impiantistici dal forte impatto economico.

Negli ultimi anni, grazie al bonus 110, si è cominciato a ristrutturare, però l’Italia resta comunque un paese di case vecchie, di borghi antichi e di edifici dalle costose ristrutturazioni, una normativa così stringente indurrebbe un immediato disvalore di moltissimi immobili del patrimonio italiano, causando un immediato impoverimento del nostro paese rispetto a quelli più moderni del nord Europa.

Inoltre è bene ricordare come la nostra popolazione viene dalla “cultura del mattone” per cui il 40 per cento degli investimenti italiani sono stati sulla casa. Sembra che in Italia gli edifici di vecchia costruzione, molti dei quali storici siano più di 2 milioni, in totale si calcola che l’85 per cento delle abitazioni sia di classe D o inferiore.

In Valle d’Aosta serve quindi aprire un tavolo che instauri un dialogo tra politica, imprese e residenti sulla necessità, quanto mai urgente, di adeguare i metodi di riscaldamento delle abitazioni a canoni efficaci, efficienti e poco inquinanti di produzione energetica.

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