Impianti di risalita, settore da 8 miliardi di euro Al nuovo Governo un Manifesto per la montagna

Impianti di risalita, settore da 8 miliardi di euro Al nuovo Governo un Manifesto per la montagna
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Un Manifesto per la montagna per richiamare l’attenzione del nuovo Governo sul valore e sulle potenzialità dei territori montani, e nel contempo per ringraziare il precedente per la vicinanza dimostrata durante la pandemia. E’ questo l’obiettivo del documento emerso dall’annuale assemblea di Anef (Associazione Nazionale Esercenti Funiviari), frutto del lavoro di 280 tra aziende, imprenditori e istituzioni nelle terre alte. Oltre a ribadire l’importanza del settore impianti a fune come motore dell’intera economia di montagna, definisce i passi e gli impegni futuri che saranno rivolti a una sempre maggiore dedizione per garantire la sostenibilità ambientale, economica e sociale della montagna.

«La montagna ha un suo ruolo, anche di presidio dei territori. Dove non ci sono attività economiche, si crea spopolamento con relativo degrado idrogeologico. Tale rischio è molto minore dove ci sono gli impianti di risalità. Per questo bisogna mantenere popolata la montagna», dichiara Danilo Chatrian, vice presidente dell’Anef e direttore generale della Courmayeur Mont Blanc Funivie. «Il Manifesto è un messaggio ai governanti, non un lamento, bensì un ringrazimento per il sostegno offerto e un invito a continuare così. Senza impianti non ci sarebbero alberghi, né ristoranti, né maestri di sci».

Nell’occasione, sono state rinnovate le cariche elettive ed è stata confermata all’unanimità Valeria Ghezzi alla presidenza, con una proroga di 2 anni al suo mandato. Per la Valle d’Aosta entrano in Consiglio generale Giordano Corrado (eletto) con Danilo Chatrian (componente di diritto) vicepresidente di Anef, mentre Ferruccio Fournier resta presidente dell’Avif (Associazione valdostana impianti a fune). Entra, inoltre, Marco Lucat in qualità di componente del collegio dei revisori.

L’assemblea ha inoltre dato il via libera definitivo al nuovo contratto collettivo nazionale del lavoro per il triennio 2022/2025. L’accordo è intervenuto a metà estate, nonostante le incertezze legate alla crisi bellica, per «far passare il messaggio che siamo attivi e non stiamo alla finestra» continua Danilo Chatrian. «Abbiamo agito con grande senso di responsabilità e rispetto verso i nostri lavoratori. Quello stesso rispetto che chiediamo oggi alla politica nei nostri confronti e verso i lavoratori con un intervento importante sul costo del lavoro e sul cuneo fiscale».

Il Manifesto si articola intorno a una serie di concetti chiave: sostenibilità, acqua, energia, presidio del territorio e sicurezza idrogeologica, lavoro, sicurezza (che è un prerequisito di ogni impianto di risalita) turismo, valore socio-economico della filiera della montagna e importanza degli investimenti. Per la produzione di neve, l’acqua non viene in alcun modo sprecata né tantomeno inquinata. Semplicemente «viene presa in prestito e trasformata in neve per essere poi tranquillamente restituita in primavera nelle stesse condizioni idriche e sugli stessi versanti di prelievo». L’energia passerà a pesare dal 10 al 30 per cento nei bilanci degli imprenditori funiviari e i rincari degli skipass, che si attesteranno tra il 5 e il 12 per cento, copriranno l’inflazione e non i maggiori costi energetici.

Gli impiantisti, con 1,2 miliardi di euro di fatturato, rappresentano il motore dell’intera filiera della montagna, producendo un indotto sull’intero comparto pari a circa 8 miliardi di euro. Tanto che nel periodo Covid con gli impianti fermi tutta la filiera si è fermata. Però gli impianti e i sistemi di innevamento comportano ingenti investimenti, essenziali per garantire sicurezza e competitività delle stazioni sciistiche. Le aziende non chiedono assistenza, ma semplificazione burocratica e supporto per poter continuare a investire in modo efficace le risorse e tutelare la montagna. Quanto alla riapertura dei comprensori, «stiamo preparandoci per l’ultimo fine settimana di novembre, come da consuetudine» conclude Danilo Chatrian. «Speriamo che scendano le temperature, in modo da poter innevare artificialmente nel mese di novembre».

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