Images, la rivista delle dimore alpine da sogno festeggia venticinque anni
È un traguardo importante quello che celebra la rivista “Images - Rêves au cœur des Alpes” con il nuovo numero intitolato “Style Alpin” disponibile da oggi, sabato 18 giugno, in tutte le rivendite di giornali. Infatti la prestigiosa pubblicazione patinata semestrale bilingue, in italiano e in francese, che si occupa di architettura, turismo, artigianato e arte, festeggia 25 anni. Per questo motivo abbiamo intervistato la direttrice Marinella Vaula.
Inevitabilmente è tempo di bilanci: che effetto le fa aver raggiunto questo traguardo?
«Mah non credo sia un traguardo, certo è un gran numero. Diciamo che è una sensazione inebriante, che ne sono orgogliosa e che deve essere un punto di partenza per trovare sempre nuove energie».
In 25 anni il mondo è letteralmente cambiato soprattutto - ma non solo - grazie alla rivoluzione digitale: quanto ha influito sul suo lavoro questa evoluzione sempre più veloce di strumenti, tecniche, materiali, tendenze e mode?
«Abbiamo iniziato a lavorare quando “digitale” era veramente una parola sconosciuta: 25 anni fa, e sembra medioevo, le immagini si scattavano con la pellicola 6x7, qualche volta perdevamo i rullini. Un disastro! Adesso possiamo controllare gli scatti sull’IPad e salviamo il materiale su dischi esterni. Le scansioni delle foto, le pellicole e i montaggi con l’ulano sono un vago ricordo, ora è tutto digitale e, grazie agli impianti di ultima generazione della Tipografia Valdostana, direi anche più agile e veloce».
È corretto dire che gli ultimi 2 anni, sospesi tra crisi economica, epidemia e guerra, sono stati i più difficili di tutti i 25 di Images?
«Certamente questo periodo storico è molto complicato, ma ho iniziato con il rogo del Traforo del Monte Bianco, poi l’alluvione, il Covid… Devo dire che di difficoltà ne abbiamo avute parecchie, ma a volte sono motivo di riflessione per proseguire con più grinta».
Secondo lei un'abitazione descritta su Images 25 anni fa, può avere ancora oggi una sua attualità o i tempi sono cambiati così tanto da renderla inevitabilmente desueta?
«Dipende moltissimo dalla struttura, dall’architettura. Ci sono forme che non saranno mai desuete. Certo, se guardiamo solo al contenuto, quindi a tessuti di imbottiti e tendaggi, probabilmente sì! Ad esempio l’illuminotecnica in 25 anni ha fatto passi da gigante».
A proposito, in tanti se lo chiedono: con quali criteri seleziona le magnifiche residenze alpine che propone sulla sua rivista?
«Ricevo veramente moltissime proposte: il primo criterio in assoluto è la ricerca di realizzazioni che mi emozionino, in cui c’è architettura, progettazione, novità nell’utilizzo dei materiali tradizionali; è vero quando mi dicono che la rivista Images sono io, è così, nel bene e nel male. Cerco di immaginare cosa possono vedere i lettori quando sfogliano il numero nuovo: c’è chi guarda i materiali, i colori, chi gli arredi, chi cerca spunti. Un altro criterio imprescindibile è la prima pubblicazione, se sono già passati altri non mi interessa più, salvo casi eccezionali».
Infine, quando uscirà il secondo numero del 25ennale di Images? In tale occasione preparerà una sorpresa per i suoi lettori?
«Semplice: 25 anni, 25 novembre! Mi diverte questo giochino dei numeri. Sarà il numero 50 che chiuderà quest’anno di celebrazioni. Con i miei collaboratori sto studiando qualcosa per questo numero così importante: intanto confesso che i servizi sono già praticamente tutti realizzati, manca molto poco; questo perché voglio avere il tempo per orchestrare, visto che sono il direttore, tutte le varie iniziative che ho progettato. Si tratta di un lavoro complicato dato che non tutto l’archivio è digitale come dicevamo prima, per cui il recupero del materiale è un po’ più complesso. Tempo al tempo, ora c’è il numero 49 da scoprire!».
Infatti ancora una volta Images non tradisce le aspettative con una carrellata tanto ricca quanto spettacolare di fotografie e di servizi, offrendo ai lettori un viaggio immersivo tra le più belle residenze sotto il segno dello “Style Alpin”. Un tour che parte da Verbier e finisce a Courmayeur passando, tra le tante tappe, da La Thuile, dall’alta Valle di Susa nonché dal prestigioso recupero della casa di Sant’Anselmo nel centro storico di Aosta.