Il “Violenzametro” dei Carabinieri per riconoscere situazioni pericolose

Il “Violenzametro” dei Carabinieri per riconoscere situazioni pericolose
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In una scala di gradazioni di colore, dal blu al rosso, sono elencati gli atti che indicano una relazione tossica, da cui occorre allontanarsi. Sono i colori del “violenzametro”, test di autovalutazione che chiunque si trovi a disagio in una coppia o in famiglia può seguire per rendersi conto se è il caso di chiedere aiuto. «Stiamo distribuendo locandine, ma anche segnalibri realizzati grazie alla collaborazione con la Regione Valle d’Aosta, per raggiungere più persone possibile. - ha spiegato il comandante del Gruppo dei Carabinieri di Aosta tenente colonnello Giovanni Cuccurullo, nell’incontro con gli organi di informazione convocato giovedì 9 marzo - Poniamo molta attenzione all’empatia: i nostri marescialli sono preparati, con formazione continua, ad accogliere le persone che si rivolgono a noi. Non un ufficio, ma una stanza più adatta, per arredi e colori, è dedicata a coloro che vogliono confrontarsi con noi su situazioni che a volte non sono di violenza fisica, ma psicologia o economica». La caserma dei Carabinieri è quindi il primo passo per accedere ai servizi che possono aiutare ad uscire da una situazione che, se non risolta, potrebbe portare anche alla morte della vittima. Per questo il “violenzametro” sarà diffuso soprattutto nei luoghi più frequentati, come farmacie, scuole, biblioteche, pronto soccorso. «Nel 2022 abbiamo attivato i nostri servizi per più di 60 donne - ha riferito Tiziana Cattalani del Centro donne contro la violenza - e quest’anno siamo già a 10». «Facciamo rete con il territorio. - aggiunge il comandante Cuccurullo - Ascoltiamo la persona che si rivolge a noi, in genere donna, e attiviamo il “codice rosso”. Naturalmente pensiamo alla denuncia, ma non solo: ci sono varie procedure giuridiche, suggeriamo il numero del Centro antiviolenza, per attivare il sostegno psicologico e sociale da parte degli organi deputati. Una delle prime valutazioni riguarda l’allontanamento da casa della vittima di violenze. Un’altra, non meno delicata, porta a considerare la situazione economica della donna: una relazione in cui le sia stato vietato di lavorare o le si rifiuti il denaro per fare la spesa porta ad attingere ad altre misure, anche economiche, e ad altri contatti, ad esempio con l’Assessorato del lavoro».

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