Il Trio Contest all’Ecole Hôtelière di Châtillon Competizione fa rima con sapore e savoir faire

Il Trio Contest all’Ecole Hôtelière di Châtillon Competizione fa rima con sapore e savoir faire
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Per stimolare l’estro e la fantasia degli allievi e ripartire dopo la pandemia, l’Ecole Hôtelière di Châtillon, insieme all’Unione Cuochi Valle d’Aosta, ha promosso venerdì scorso, 25 febbraio, nella sede di Rue de la Gare, il Trio Contest, tre competizioni in una sola giornata. Al mattino si è svolto il concorso «Miglior allievo regionale», giunto alla quarta edizione e dedicato a Fabrizio Faccio, durante il quale si sono sfidati nell’aula didattica della scuola alberghiera gli studenti delle classi terze, quarte e quinte, ognuno in una postazione con due fornelli e i forni in comune, per valorizzare il tema dell’uovo alla fiorentina. «E’ stata una lotta agguerrita, che ha visto come vincitore Paolo Pitta del quarto anno, già vincitore del concorso “Il dolce di Châtillon” a ottobre, che continua il suo percorso di crescita e parteciperà il 27 marzo a Rimini alla competizione “Miglior allievo nazionale”» ha commentato Gianluca Masullo, presidente dell’Unione Cuochi della Valle d’Aosta, nonché docente della scuola alberghiera.

In contemporanea si è svolta la selezione «Team Juniores», il cui obiettivo è individuare tra gli studenti una sorta di vivaio e alla quale hanno aderito gli studenti, dal secondo anno in poi, che hanno portato il loro piatto forte, poiché il concorso era libero. La commissione è stata flessibile nel giudicare i ragazzi anche in relazione alla loro età. E’ ora previsto un colloquio motivazionale, che porterà a definire il numero dei ragazzi che entreranno nella squadra regionale. «Si tratta di un progetto ambizioso, che coinvolge sia la scuola sia l’Unione Cuochi sia la Regione, il cui scopo, quando si formerà questo team, sarà creare eventi a livello regionale, ma anche gareggiare in competizioni italiane», ha precisato Gianluca Masullo.

Nel pomeriggio, infine, si è tenuto il concorso «Lady Chef», la cui vincitrice è stata Gaspara Mantovani, che andrà a rappresentare la Valle d’Aosta il 27 marzo alla finale di Rimini. Le altre due concorrenti erano Annarita Dublanc e Céline Broulard.

«E’ stata una giornata lunga e intensa», ha concluso Gianluca Masullo. «Scoprire già alle 7.30 ben 26 ragazzi con il cappello da chef pronti a mettersi in gioco è stata una sensazione molto bella. Era da anni che non si vedeva una cosa del genere a scuola, è stata una sorta di rinascita nel post-pandemia. I ragazzi sono stati bravissimi. Nel concorso “Miglior allievo” il tema era stringente e ha limitato un po’ la loro fantasia, ma ha consentito di sfruttare al massimo le tecniche acquisite. L’Unione Cuochi e la scuola si impegneranno a svolgere ogni anno la selezione per allargare il Team Juniores e dargli continuità, creando anche un’uniforme ad hoc. Stimolare i ragazzi non è facile, ma se gli si offrono occasioni emergono le loro potenzialità».

Alla premiazione è intervenuto anche l’assessore al Turismo Jean-Pierre Guichardaz, che ha manifestato soddisfazione per le tre iniziative, anche nell’ottica della crescita degli studenti. A Matteo Cignetti, che era nella commissione per valutare i ragazzi candidati per il Team Juniores, sono stati donati una giacca con i loghi della scuola, dell’Unione Cuochi e dell’Assessorato del Turismo e, dal presidente dell’Unione Cuochi, un cappello da chef.

«Pensavo che vincessero i più grandi, è stata una affermazione inaspettata», ha dichiarato Paolo Pitta, allievo della classe quarta B e Miglior Allievo 2022. «Era il mio terzo concorso, l’anno scorso avevo partecipato alla stessa competizione senza vincerla, mentre quest’anno sono arrivato primo a ”Il dolce di Châtillon”. Tra ansia e adrenalina, è stata un’esperienza emozionante, che ha richiesto molto allenamento e prove sia a casa che a scuola».

Anche per Gaspara Mantovani, «Lady Chef professionista 2022», diplomata all’Hotelière nel 2020, è stato un risultato inatteso: «L’anno scorso mi ero allenata molto. Quest’anno invece, lavorando al Vecchio Ristoro in centro ad Aosta mi esercitavo solo nei ritagli di tempo. Bisognava utilizzare uno o più prodotti dello sponsor Pomodoro Cirio e uno o più prodotti della Valle d’Aosta. Ho cercato di rivisitare il piatto tipico della Fiera di Sant’Orso, il favò - zuppa di fave con pancetta, pane raffermo e ditalini -, creando con gli stessi ingredienti, ai quali ho aggiunto il pomodoro e la fontina, il ripieno di un raviolo, che ricordava la forma del pane nero con tanto di incisione, condito con crema di fave e servito con un consommè di salsiccia e pomodoro».

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