«Il “terrorismo mediatico” su neve e valanghe potrebbe scoraggiare chi viene da lontano»
E' una Fiera di Sant'Orso attesa con un occhio puntato sulle previsioni meteo e l’altro su quei due giorni non proprio appetibili, dato che la manifestazione regina della Valle d'Aosta si svolgerà martedì 30 e mercoledì 31. Giornate lavorative, dunque. Quali sono, perciò, le aspettative dei titolari di bar e ristoranti? «Dipenderà molto dal tempo - sostiene Mauro Bodro del Bar Ristorante Italia di via Sant'Anselmo - e nonostante quest’anno la Foire non cada nel fine settimana, io credo che non assisteremo a una sensibile contrazione del numero di visitatori». Desta più preoccupazione, prosegue Mauro Bodro, «Il terrorismo mediatico dei telegiornali nazionali che continuano a ripetere notizie di abbondanti nevicate in Valle d'Aosta, di strade bloccate e di valanghe... Non vorrei che tutto ciò alla fine spingesse la gente a non venire».
Alessandro De Antoni con il padre Benni è titolare de L'Osteria - ex ristorante Piemonte - di via Porta Pretoria e dice che «Le nostre aspettative sono buone come per ogni Fiera e questo è il secondo anno che la viviamo, il primo con il locale rifatto. Cadendo di martedì e mercoledì prevediamo che l'affluenza non sarà ai massimi livelli, però è anche vero che quando ci sono tantissime persone non si riescono neppure a vedere i locali lungo le vie del centro storico, quindi con meno presenze ho notato che c'è più lavoro, la gente è più calma e ben invogliata a sedersi al ristorante».
Alla Hostaria del Calvino di via Croce di Città la fiducia non manca. «Lavoreremo bene come lo scorso anno - afferma la responsabile di sala Iolanda Nedelcu - Abbiamo diverse prenotazioni di clienti che ormai sono degli habitués della Fiera di Sant’Orso che cominciano ad arrivarci fin da luglio. Martedì e mercoledì? La Foire è talmente conosciuta che la gente verrà sempre».
Di diverso avviso è Cinzia Addario, titolare de L'Osteria dell'Oca di via Aubert, secondo la quale dato che la Millenaria cadrà di martedì e di mercoledì «Non ci sarà da impazzire come quantità di gente poiché sono giornate lavorative, anche se al di là di questo, è sempre la Fiera di Sant'Orso». Per ovviare a questo inconveniente, non sarebbe meglio spostarla sempre al sabato e domenica? «Assolutamente no, io sono una tradizionalista, 30 e 31 gennaio e così deve essere. - risponde Cinzia Addario - Dalla nostra ci dovrebbe essere anche il bel tempo e questo aiuterà senz'altro».
Per Corrado Pallais, titolare della rinomata Trattoria degli Artisti di via Maillet, non ci sono dubbi: «Come tutti gli anni questo è un appuntamento che richiama visitatori dalla Francia e dalla Svizzera oltre che dal Piemonte e dalla Lombardia, quindi è un evento dai grandi numeri. Per quanto riguarda meteo o giorni non favorevoli, poi, chi vuol vedere la Fiera si mette in marcia comunque. Alcune osservazioni? La Fiera di Sant’Orso dovrebbe dare più visibilità al lavoro degli artigiani. Un altro punto negativo poi sono i punti di ristorazione nei padiglioni allestiti nel centro storico. Penso che questi dovrebbero limitarsi a proporre degli assaggi di specialità che poi si trovano nei ristoranti, perché è assurdo che si venda lo stesso piatto con prezzi decisamente diversi. Su questo punto dovremmo organizzarci meglio».
Leopoldo Gerbore, presidente dei ristoratori di Ascom Confcommercio e titolare del ristorante Aux Routiers a Quart, ricorda che «Non ho mai nascosto la mia contrarietà a un’organizzazione della Fiera di Sant’Orso fatta in questo modo, però va così. Lavoreranno i soliti ristoranti del centro storico lasciando a bocca asciutta tutti gli altri. Molte cose dunque andrebbero corrette. Questo è il punto di vista mio e dei colleghi che rappresento: finché convoglieranno i pullman in determinati parcheggi e le navette porteranno i visitatori direttamente in centro, di fatto si taglierà la possibilità ad altri ristoranti di lavorare. Una volta li scaricavano all'Arco d'Augusto e all'ora di pranzo li andavano a riprendere per portarli in giro riempiendo anche i locali della plaine. Ora purtroppo lavora la città, solo quella. Un programma dunque che va rivisto per far sì che questa Fiera sia la Fiera per tutti, dove dei professionisti che creano posti di lavoro possano raccogliere i frutti della loro fatica».