Il Tar ha bocciato il ricorso delle ditte

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La Regione ha giocato a carte scoperte: nessun «effetto sorpresa» nella revoca dell'accordo di programma con il Comune di Aosta per la costruzione della «scuola polmone» di Tsambarlet. Per questo, il Tar della Valle d'Aosta ha bocciato il ricorso presentato dall'Eco-École, il consorzio che si era aggiudicato provvisoriamente i lavori di costruzione dell'edificio, dopo lo stralcio dell'accordo tra il Comune e la Regione per la sua realizzazione. Nel ricorso, il consorzio puntava il dito contro il provvedimento dirigenziale con cui la Regione aveva revocato, in autotutela, l'affidamento dei lavori, e chiedeva un risarcimento di 981.350 euro per le mancate entrate dopo il passo indietro sul progetto. Nella sentenza, i giudici precisano che, all'atto della revoca dell'accordo di programma, l'Eco-École «non era destinatario né di un provvedimento di aggiudicazione né di una proposta di aggiudicazione» dei lavori e «in base al grado di sviluppo della procedura, arrestatasi in una fase addirittura antecedente all'analisi delle offerte, non vi sono elementi per affermare che tale procedura, in difetto di revoca, si sarebbe conclusa in favore del ricorrente».

Su questo punto, il consorzio accusa la Regione «di aver bloccato la gara per 4 anni senza dar conto ai partecipanti delle proprie intenzioni di revocarla», ma per il Tar anche questo elemento appare infondato: «Sin dal principio, il consorzio avrebbe potuto considerare l'eventualità di una revoca».

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