Il solstizio d’inverno e il Natale: giorni di transizione “Riposiamo per poi ripartire con consapevolezza”

Il solstizio d’inverno e il Natale: giorni di transizione “Riposiamo per poi ripartire con consapevolezza”
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Trascorsa l’antichissima festa del solstizio d’inverno e iniziati oggi, sabato 23 dicembre, quattro giorni di vacanze natalizie per quasi tutti, questo periodo di transizione stagionale e di luminosità - che porterà finalmente e progressivamente il tempo diurno a crescere a spese di quello notturno - potrebbe rappresentare un’occasione anche per valutare le potenzialità contenute in esso e quasi sempre trascurate.

Tanti di noi sentono il bisogno - forse anche a causa di questo periodo post Covid, denso comunque di incertezze - di ascoltare parole nuove e chiare, rispetto a frasi che hanno perso vitalità e freschezza, oltre che la loro autenticità. Si ripensi, magari fremendo, all’imperativo “ce la faremo”, sbandierato per quei due lunghi cupi anni per ogni dove. Ecco che allora altre riflessioni, altri pensieri, su un fondo di poesia che risvegli le anime, potrebbero essere un nutrimento insospettato.

I tre colori

«Alle 4.27 di venerdì scorso, 22 dicembre, abbiamo superato tutti insieme il giorno più buio dell’anno» spiega Carlotta Minero Re, farmacista e naturopata, che elenca i tre principi rappresentati da altrettanti colori: «Il nero: il buio interiore. Il bianco: serve poesia per vivere bene. Il rosso: il ritorno della luce. Sorvolando la sfera dell’impercettibile crinale, ci troviamo ancora una volta, qui e ora, ad aver attraversato il “confine”». «La natura, cristallizzata fuori e radiosa nelle radici, si è richiusa in se stessa, spostando l’energia della luce all’interno, lasciandosi avvolgere dal gelo del buio. - riflette Carlotta Minero Re - L’energia circola dove c’è luce e la luce è fuoco. Fuori il gelo e dentro il calore del focolare, tra qualche giorno è Natale, la rinascita del Bambin Gesù, il nostro intimo sé. Per l’essere umano vale la stessa legge. Per sintonizzarsi alla variazione di temperatura si deve fare fronte a un grande dispendio energetico, quindi si deve prestare molta attenzione, altrimenti, non rispettando le leggi che la natura ripone, si cade ammalati, dando poi sempre colpa all’esterno. Ed è questo il passaggio fondamentale per riunire con un concetto comune la via del simbolo e la condensazione nella materia».

“Scalare le marce e riposare”

«Ciò che avviene in natura potrebbe essere una “occasione cellulare” per sintonizzarsi e riallinearsi interiormente e umanamente. - prosegue Carlotta Minero Re - Detto in parole povere, la natura ha fermato il movimento esteriore e si occupa che ci sia sempre “legna nella stufa”. E la legna che bruciamo nelle nostre case è legna scelta. Così dovrebbero essere i pensieri, le parole, le opere, gli sconti, le presenze e le assenze giustificate da se stessi. Scalando le marce si dovrebbe quindi spostare l’energia da fuori a dentro e osservare senza giudicare. Quanti di noi ne sono consapevoli? Se prendiamo a campione la massa critica degli umani ci ritroviamo nel caos più totale e nella disarmonia più completa. Non c’è ritmo. Persi, impauriti e assenti a se stessi. Stress, insonnia, nervoso, tristezza, bruciori in qualsiasi parte del corpo, sono le condizioni principali delle percezioni per molti. L’importante è che ci si renda conto di come vengono percepite e gestite le situazioni e di come sia facile “perdersi”. Osservare la natura e scalare di 3 marce, spostare l’attenzione sulla fase di recupero, avvolgersi di nero e riconoscerlo come fase essenziale per rinascere. Il nero rappresenta un momento sacro per fare silenzio e ascoltarsi, porsi domande che troveranno le risposte, quando tornerà la luce. Ogni volta che spingiamo e spendiamo troppo dovremmo essere consapevoli che altrettanto dovremo riposare per riguadagnare energia e integrare le sostanze di cui saremo scarichi. Acqua, amminoacidi, enzimi, vitamine e molto riposo. Recuperare è la parte sostanziale del processo. C’è un prima e ci sarà un dopo, ma ciò che sta nel mezzo è la fase di recupero».

Aprirsi alla luce

«Questo quindi è il periodo migliore per recuperare. - sottolinea Carlotta Minero Re - Non si tratta necessariamente di interrompere le attività, però si possono ricalibrare la forza-pensiero e l’osservazione interna, valorizzando il nutrimento su tutti i piani, fisico, mentale e spirituale. Una volta che si è consapevoli di questo processo si è pronti per aprirsi alla luce, che segue naturalmente il buio e rappresenta il secondo principio. Siamo prossimi al Natale ed energeticamente parlando è questo ciò che accade, una materializzazione: dal nero al bianco. Ogni giorno, dal 1° dicembre, l’attesa è edulcorata con calendari, aperture, doni, biscotti, decorazioni. Ma oltre a tutto questo, e nonostante le varie peripezie che la vita impone, è viva una sensazione interiore, è una frequenza poderosa che tutto trasforma, la frequenza della gioia. La sua contagiosità è disarmante. Cominciamo regalando sorrisi, anche solo con gli occhi. Ne rimarremo stupefatti. L’effetto è domino. Dal buio, la luce. La luce è potenza, il principio femminile e in potenza siamo tutti semi incredibili, creatori di possibili frutti. A seconda della frequenza di cui inondiamo pensieri e parole, prendiamo delle correnti diverse. Tutto dipende dalla frequenza - sia quella della tensione o quella della gioia - a cui siamo connessi secondo la legge della risonanza. Questa è la chiave che apre la Porta del terzo principio, il rosso».

Il rosso: pronti all’azione

«Dopo aver incubato nel nero e materializzato nel bianco, con il rosso si è pronti all’azione. - conclude Carlotta Minero Re - La fenice è risorta. La terra può essere fecondata dal sole. E così si è pronti per ripartire, sintonizzati sulla frequenza della consapevolezza. Ma ancora una volta tutto dipenderà dalla corrente che avremo scelto di prendere. Poniamo attenzione quindi alla frequenza delle nostre percezioni. Ogni cosa può cambiare in ogni attimo. E se anche per questo passaggio e questo Natale avremo scelto corrente alternata, non preoccupiamoci troppo, ma almeno occupiamoci di noi stessi». Per consulenze con Carlotta Minero Re, al suo studio “Noa” a Saint-Christophe, si può telefonare al 338 3875247 o scrivere all’indirizzo rimedinoa@gmail.com.

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