Il sollievo degli operatori turistici: «Rischiavamo di perdere mezza stagione» Le accuse dell’addetto alla viabilità: «Lasciato solo, non si è visto nessuno»

Il sollievo degli operatori turistici: «Rischiavamo di perdere mezza stagione» Le accuse dell’addetto alla viabilità: «Lasciato solo, non si è visto nessuno»
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Si fa i conti con un ponte prefabbricato e il graduale ritorno alla normalità, ad una settimana dalla frana in Val Ferret, che la sera di venerdì scorso, 5 agosto, ha danneggiato il ponte sul torrente Rochefort e bloccato la strada a La Palud, lasciando senza rete telefonica e Internet e senz’acqua i villaggi e la stessa Courmayeur.

Le testimonianze

«La sera della frana abbiamo sentito come un rumore di pietrisco. - racconta Marco Belfrond, titolare dell’Hotel Ristorante Miravalle di Planpincieux - Poi si è bloccato tutto. Quelli che erano venuti al ristorante, li abbiamo messi a dormire in sala da pranzo, recuperando coperte e cuscini, ne abbiamo accolti anche dai ristoranti vicini. Io ho dormito sul tavolo in cucina».

Alcuni ospiti giapponesi hanno visto arrivare la frana e l’hanno filmata, facendo poi vedere le immagini a chi era già al chiuso. «Abbiamo cercato di gestire la situazione, era già capitato anni fa. - continua Marco Belfrond - Tra valanghe e frane mettiamo in conto che possa succedere di restare isolati. Danni non ne abbiamo avuti, però siamo rimasti senza telefono e senza Internet, per cui i clienti non hanno potuto usare il pos e qualcuno ne ha approfittato per dimenticarsi del bonifico e andarsene senza pagare».

«Martedì scorso, 9 agosto, abbiamo avuto un incontro con il sindaco e gli assessori in Val Ferret. - aggiunge Guido Riente del Ristorante La Grandze in località Pra Sec Dessous - Ci hanno assicurato la posa del nuovo ponte per sabato (oggi 13 agosto, ndr), che va a sostituire quello che la frana ha spostato di un metro circa. Venerdì 5 pioveva forte e si sentivano rumori: alle 20.30 abbiamo saputo della frana e che serviva dare ospitalità. Le persone hanno capito, il giorno dopo abbiamo dato la colazione e dalle 9 è iniziato lo sgombero da parte della Protezione civile. Ora con il nuovo ponte siamo più tranquilli, meno arrabbiati. All’inizio ci prospettavano una riapertura verso il 25 agosto, quando la stagione forte è finita, avremmo perso quasi la metà dell’introito estivo. Tanta gente se n’è andata anche da Courmayeur, quando ha visto che non c’era l’acqua. Sia l’Amministrazione comunale e regionale si danno da fare, aprendo sabato ci salvano la situazione».

Il tempismo dei volontari

«Sarà la mia ultima stagione in Val Ferret, pazienza. Ho fatto quel che dovevo e ora parlo». Salvatore Giovinazzo è amareggiato per il silenzio nei confronti di chi ha agito subito per tranquillizzare e ospitare dopo la frana. E’ il responsabile della viabilità in Val Ferret e Val Veny per la Dinamica srl, che da 8 anni lavora per il Comune di Courmayeur. «Venerdì 5 ho staccato il turno alle 17 e mi sono fermato a cena al Miravalle. - racconta - Uscendo ho visto la seconda colata di fango, quella che ha fatto meno danni. Si era creato allarmismo, alcune persone hanno avuto attacchi di panico, bisognava gestire famiglie con bambini. Mi sono attivato per dare conforto e informazione, insieme a mio figlio Martino che era con me».

«Sul piazzale di Planpincieux - continua Salvatore Giovinazzo - mi sono trovato 150 persone e ne arrivavano ancora per capire cosa succedeva. Ho chiamato a valle il mio responsabile Alex Glarey: con lui e con Carmen Mennella mi sono confrontato per vedere cosa fare. Hanno mandato un elicottero Alpha-1 per i salvataggi urgenti, però più di 7 persone non si potevano caricare. Mi sarei aspettato supporto dal Soccorso Alpino o dalla Guardia di finanza, un medico. Invece niente. Ho dovuto aprire il Foyer de fond, ho telefonato al Golf club, a hotel e ristoranti per ospitare adulti e bambini o neonati, persone che avevano bisogno di farmaci salvavita, arrivati il giorno dopo grazie a Glarey. Abbiamo recuperato coperte, latte e biscotti per i bambini, e usato come materassi quelli che si usano da paracolpi sulle piste di sci di fondo. Alle 4 del mattino sono crollato anche io».

Dopo tanto impegno resta l’amarezza: «Abbiamo potuto usare il pulmino del Golf e c’è stato il supporto di Walter Busanelli con il suo furgone per trasportare la gente, però non abbiamo ricevuto un cenno di considerazione nemmeno dal Sindaco. - continua Salvatore Giovinazzo - Hanno millantato tutti coraggio ed eccellenza nel gestire la situazione, ma tutta questa qualità non l’ho vista. La gente dei campeggi mi ringrazia ancora oggi, abbiamo cercato di rendere tutti collaborativi, però la sera della frana non è arrivato nessun aiuto. Questo è quanto».

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