Il sito di Barma Cotze a Donnas svela nuovi segreti Scoperta una seconda tomba misteriosamente vuota
Prima la grande emozione di avere individuato una seconda tomba a poca distanza da quella scoperta nell’estate del 2021, poi la delusione di averla trovata vuota, “misteriosamente vuota” come tiene a sottolineare Luca Raiteri della Soprintendenza valdostana per i beni culturali. Comunque a Donnas l’équipe di archeologi al lavoro è molto soddisfatta: il sito di Barma Cotze, reperito nel 2019 sotto un ampio riparo roccioso, è costituito da 2 pareti aggettanti sovrapposte, la più bassa - alta circa 4 metri - costituisce una sorta di piccolo terrazzo, mentre quella superiore raggiunge un’altezza di almeno 20 metri, riparando un’area lunga 20 e larga quasi 7 metri.
Le ricerche sul posto sono riprese da pochi giorni dopo la stipula di un nuovo accordo tra la Regione, il Comune di Donnas e l’Università degli Studi di Ferrara. Le indagini vedono coinvolti Federica Fontana, professore dell’ateneo ferrarese - coadiuvata da Davide Visentin, docente della stessa Università e ricercatore del CSIC, il Consiglio superiore per le investigazioni scientifiche di Barcellona -, e Luca Raiteri, Dante Marquet e Laura Caserta della nostra Soprintendenza. Partecipano, inoltre, Marzio Cecchetti archeologo esperto in preistoria, e 5 studenti dell’ateneo di Ferrara.
«In seguito alle ricerche finora condotte a Donnas - spiega Luca Raiteri - è stato possibile evidenziare 2 principali livelli di frequentazione: il primo più antico, attribuibile ai cacciatori-raccoglitori del Mesolitico tra il 9500 e il 5500 avanti Cristo, sinora esplorato su di una superficie limitata, e il più recente riferibile ai primi pastori-agricoltori della preistoria, del Neolitico cioè di circa 6500 anni fa.»
Il lavoro degli archeologici ha subito dato i risultati sperati, visto che ad inizio settimana, a poca distanza dalla grande sepoltura “a cassetta litica” scoperta la scorsa estate, è stata rinvenuta una seconda tomba, di dimensioni inferiori. Rimossa la pietra sepolcrale, giovedì si sono svolte le operazioni di svuotamento della tomba che, come la precedente, è risultata essere vuota. «L’importanza del sito è data, tra l’altro, dal fatto - evidenzia Luca Raiteri - che si tratta del primo gruppo di sepolture preistoriche riferibili al Neolitico individuate sotto un riparo roccioso in Valle d’Aosta, visto che il ritrovamento della seconda tomba potrebbe essere la conferma che ci troviamo in presenza di una necropoli. Grazie alla convenzione con l’Università di Ferrare sarà possibile verificare, attraverso degli studi specialistici, le motivazioni dell’assenza dei resti umani nelle sepolture e proseguire in futuro le indagini nella area del riparo.»