Il sindacato dei primari ospedalieri: “Serve l’aiuto di medici di base e pediatri per poter riattivare le attività specialistiche che sono state ridotte o sospese”
«La salute pubblica non può essere ridotta solo e soltanto a “Covid e vaccini”. L’emergenza pandemica ha messo in evidenza i limiti del nostro sistema sanitario e la miopia di scelte che hanno portato a una indiscriminata riduzione delle risorse, in assenza di una adeguata programmazione sanitaria e di sufficienti investimenti. Molti pazienti rischiano di ritardare gravemente interventi di diagnosi e cura, con le prevedibili conseguenze di peggioramento di tutte le patologie acute o croniche». Lo scrive in una nota di mercoledì scorso, 21 aprile, l’Anpo, il sindacato dei primari ospedalieri. «La presente emergenza pandemica può, invece, essere l’occasione di nuove scelte strategiche e di nuove politiche di crescita, garantendo gli investimenti necessari, valorizzando le professionalità sanitarie esistenti e attraendo, al contempo, nuovi professionisti in Valle d’Aosta. - prosegue il sindacato - Questo è anche il momento giusto, con la recente stabilizzazione della nuova Direzione Strategica, di affrontare senza indugi la riorganizzazione complessiva dell’azienda, anche tramite la rapida revisione dell’atto aziendale, per pianificare gli investimenti in sviluppo tecnologico e innovazione e per la riorganizzazione della rete sul territorio. E’ necessario che anche i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta collaborino, per la propria parte, con i medici ospedalieri, affiancandoli per le attività vaccinali. In tale modo potranno efficacemente aiutare la sanità regionale a riattivare le attività specialistiche ospedaliere (visite, interventi chirurgici, screening) che, a causa dell’emergenza sanitaria, sono state ridotte o sospese e che rischiano di rimanere tali, ancora a lungo, senza il valido aiuto di altri professionisti».