Il “salvataggio” dell’asilo di Perloz fa discutere il Consiglio regionale La Lega VdA: “Non vorremmo che fosse un precedente pericoloso”

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E’ sbarcata anche in Consiglio Valle la questione della scuola dell’infanzia di Perloz, servizio che sarebbe stato chiuso per il mancato raggiungimento del numero minimo di alunni ma che è stato “salvato” dall’iniziativa del Comune in collaborazione con la cooperativa Montessori in Valle. A Palazzo regionale se ne è parlato giovedì scorso, 7 ottobre, discutendo un’interpellanza presentata dalla Lega Vallée d’Aoste.

«Vorrei sapere come si sia arrivati all'adesione a questo progetto e in che modo, anche attraverso la Sovrintendenza agli studi, l'Assessorato si sia reso parte attiva nel tentativo di salvare la scuola e quali le prospettive per il futuro della scuola regionale di Perloz. - ha chiesto il consigliere Erik Lavy - Non vorremmo che fosse un precedente pericoloso: va bene l'intervento dei privati, ma non può essere una questione funzionale e questo vale anche per altri territori».

«Il continuo calo demografico e il basso tasso di natalità stanno determinando situazioni di plessi della scuola dell'infanzia in cui il numero di bambini iscritti non raggiunge quello necessario per concorrere alla determinazione dei posti in organico. - ha spiegato l’assessore all'Istruzione Luciano Caveri - Gli iscritti sono quindi spostati nel plesso vicino, dove vengono aumentati gli insegnanti. Per l'infanzia il numero minimo per il funzionamento di un plesso è di 10 bambini, ridotto a 5 per le scuole di montagna (oltre 1000 metri e che distano più di 5 chilometri dalla scuola regionale più vicina). Già dal 2009, grazie a un accordo tra amministrazione scolastica e sindacati, le scuole ubicate in aree montane con significative difficoltà di collegamento con le sedi vicine possono funzionare con 3 alunni iscritti con il limite massimo di 6 insegnanti. Nel 2018, queste disposizioni sono state estese a tutte le scuole di montagna. Per rispondere ai bisogni del territorio, a gennaio 2021 abbiamo sottoscritto un'intesa con i sindacati per gli anticipi alla scuola dell'infanzia: si tratta di una sperimentazione per l'anno scolastico 2021-2022 che prevede l'anticipo alla scuola per l'infanzia per i bambini che compiono 3 anni entro il 30 aprile 2022. Le iscrizioni di questi bambini concorrono alla determinazione dei posti dell'organico da assegnare all'istituzione scolastica. Visto che fuori Valle gli "anticipatari" venivano presi, mentre da noi no, molte famiglie della Bassa Valle iscrivevano i propri bambini nei vicini comuni del Piemonte e questo significava farli uscire dal sistema scolastico regionale».

«Riguardo a Perloz, - ha proseguito Luciano Caveri - i bambini iscritti all'anno scolastico 2021-2022 erano 6, di cui 3 con meno di 3 anni: gli stessi sono stati ricondotti a Pont-Saint-Martin, in quanto Perloz non è un Comune di montagna. I numeri a Perloz c'erano, ma purtroppo, malgrado la "moral suasion" delle autorità comunali, molti hanno preferito portare i bambini altrove. Il Comune di Perloz ha valutato autonomamente di attivare un progetto educativo tramite una cooperativa con metodo Montessori, di cui siamo venuti a conoscenza tramite i giornali. Sarà particolarmente importante orientare le famiglie per farle riflettere sul loro progetto di vita, per farle valutare l'opportunità di frequentare una scuola di paese immersa nel verde. La Giunta regionale ha previsto uno studio per capire l'evoluzione demografica, a partire dall'età scolastica: il dato capitale è che questo studio demografico ci consentirà di capire come la catena di diminuzione demografica avrà conseguenze prima sulle scuole per l'infanzia, poi sulle scuole primarie e secondarie e quindi sull'intera comunità e sulla sua vitalità».

«Il calo demografico e lo spopolamento montagna non sono irreversibili: il Covid ha dimostrato che un ritorno alla montagna è possibile perché la città è satura. - ha detto Erik Lavy - Ma per il ritorno alla montagna ci vogliono conoscenza del territorio e idee. L'azione dell'Assessore in questo contesto è poco incisiva e la scuola di Perloz lo ha dimostrato. Ho incontrato la preside dell'istituzione scolastica di Pont-Saint-Martin e le avevo suggerito di fare a rotazione, portando una sezione delle classi da Pont a Perloz: idea che era stata ritenuta fattibile».

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