Il Rotary Club Courmayeur-Valdigne ha consegnato all’équipe di ricercatori del progetto 5000genomi@VdA una donazione

Il Rotary Club Courmayeur-Valdigne ha consegnato all’équipe di ricercatori del progetto 5000genomi@VdA una donazione
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Il Rotary Club Courmayeur-Valdigne venerdì scorso, 6 ottobre, ha consegnato all’équipe di ricercatori del progetto 5000genomi@VdA una donazione a sostegno dell’iniziativa, frutto del lavoro del consorzio di ricerca guidato dall’Istituto Italiano di Tecnologia e composto da UniVdA, A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino, Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS, Osservatorio Astronomico di Lignan e Engineering D.HUB, supportato e finanziato da fondi europei (FESR e FSE), e dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta, che ha permesso la realizzazione del Centro di ricerca dedicato alla Medicina Personalizzata, Preventiva e Predittiva, il CMP3VdA, nell’area Espace Aosta.

I ricercatori, in occasione della visita organizzata dal Rotary Club Courmayeur-Valdigne per i propri soci, hanno spiegato che il centro, una volta integrato con il sistema sanitario regionale, permetterà di realizzare un migliore accesso alla diagnosi e alle terapie personalizzate attraverso lo studio approfondito del DNA di ogni singolo paziente: l’obiettivo è di sequenziare 5.000 genomi di persone affette da malattie del neurosviluppo, neurodegenerative e oncologiche, in stretta collaborazione con l'Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta e l’Usl.

Le malattie non si possono semplicemente scongiurare con le parole; per questo motivo, seguendo il motto dell’anno rotariano in corso “Creiamo speranza nel mondo”, i rotariani in prima persona avviano o sostengono centinaia di progetti in campo sanitario in tutto il mondo durante tutto l’anno.

«Il Rotary Club Courmayeur-Valdigne crede fortemente in questo programma, che esprime sia un’eccellenza sul territorio che un impatto tangibile per la popolazione valdostana e, per questo motivo, abbiamo deciso di sostenere 5000genomi@VdA con una donazione di 1.000 euro. - commenta la presidente Paola Borello - Abbiamo in Valle d’Aosta una struttura attrattiva per giovani ricercatori anche valdostani: giovani brillanti e motivati, alcuni con esperienze lavorative all’estero ma che sono rientrati in Italia, proprio nella nostra regione, per portare avanti questo ambizioso progetto».

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