“Il ritorno del lupo”, arriva nelle librerie l’ultimo romanzo di Aimé Maquignaz
“Il ritorno del lupo. Storie, leggende, miti dalla Mongolia al Cervino”: è questo il titolo del nuovo libro di Aimé Maquignaz, edito dalla Mondadori Libri - Piemme di Milano, che sarà disponibile da martedì prossimo, 16 febbraio, in tutte le librerie italiane. La prefazione è del noto scrittore, scultore ligneo e alpinista trentino Mauro Corona che lo descrive come un romanzo antico e tuttavia molto attuale nonché di interesse assoluto. «Il Cervino, quel dente di lupo immane, immenso,- osserva Mauro Corona nella prefazione - introduce la storia che leggerete grazie ad Aimé Maquignaz. Questo mio amico ha spiazzato tutti occupandosi del lupo. Bestiaccia delle fiabe truci, paurose, truculente. In questo libro il fiero animale recupera la sua vera natura, la sua storia. Ho idea che Aimé sia rimasto ipnotizzato dagli occhi del lupo, o incantato dal suo destino, ne parla con passione e dovizia di particolari. Illustra il percorso del predatore in quelle zone, fin dai tempi delle cacce spietate per allontanarlo dalle case e dalle greggi. Quel montanaro di stile e silenzio ha scelto di occuparsi del lupo, anziché tirare fuori imprese alpinistiche di facile vendita e lettura. Scelta coraggiosa, non facile, che lo nobilita parecchio». In 208 pagine, suddivise in 3 parti, Aimé Maquignaz, artista, scrittore, politico, albergatore, cacciatore e viaggiatore non si è limitato a raccontare come e perché i lupi siano tornati nei boschi italiani, dal Gran Paradiso al Cervino, ed anche in quelli francesi, tedeschi e austriaci, dopo essere stati quasi sterminati fino agli anni Settanta del secolo scorso, ma ci fa conoscere, tramite sue esperienze dirette con le popolazioni locali, i lupi per noi più lontani, dalla Mongolia e la Siberia al Canada. La prima parte del libro è un racconto surreale, con scene forti e crude, che ha quale “eroe” un giovane lupo che affronta un percorso iniziatico, denso di prove estreme, che si dipana dalla Valsavarenche verso Aosta, passare da Antey-Saint-André, giungere a Valtournenche e risalire fino a Breuil Cervinia, al cospetto del “Dente del Lupo”, il Cervino, dove incontra l’autore. Le altre 2 sezioni sono dedicate al lupo nei vari continenti, alla sua risalita lungo la dorsale appenninica in Italia ed al suo ritorno in Valle d’Aosta. «Ho voluto anche raccontare dei miei incontri con i lupi nelle zone più diverse del mondo che ho visitato. - commenta Aimé Maquignaz - Sono stato in aree comunque lontanissime dalla civiltà, dove il lupo è ancora una presenza viva, temuta ma anche amata. In tutti questi casi ho raccolto osservazioni e credenze dalla gente del posto che rispetta i lupi, la loro forza e addirittura la loro saggezza. Sono persuaso che noi, maschi e femmine, dobbiamo riscoprire l’essere “nobilmente selvaggio” che è in noi. Non si tratta di ritornare indietro di qualche migliaio di anni ma di mantenere l’originalità del nostro essere che ha bisogno di vivere, se non in perfetta simbiosi con la natura perlomeno in armonia e con rispetto verso di essa. Dobbiamo imparare a correre con i lupi e, perché no, a convivere con loro». La presentazione ufficiale del suo libro si terrà alla libreria À La Page, in via Porta pretoria ad Aosta, ma la data non è stata fissata. Il tema del lupo risulta quanto mai attuale e sta suscitando da tempo accesi dibattiti. L’attenzione su questo predatore è ancora aumentata dopo l’avvistamento qualche settimana fa di un esemplare alla periferia est di Aosta. Le cronache dei primi dell’Ottocento raccontavano di lupi provenienti dai boschi sopra Saint-Christophe che di notte arrivavano in città, ma in nessuna di queste si è mai parlato di attacchi verso gli esseri umani. In questi giorni si è avuta notizia che la Spagna ha vietato la caccia al lupo e ha deciso il suo inserimento nella lista delle specie protette. Quasi contemporaneamente in Valle d’Aosta 2 gruppi consiliari hanno depositato una proposta di legge che prevede tra le diverse opzioni l’abbattimento di esemplari di questo animale. Tra le motivazioni vi sono argomentazioni sanitarie e di sicurezza pubblica, nonché altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, oltre alla necessità di dotarsi di dispositivi di legge utili a proteggere la fauna e la flora selvatiche caratteristiche dei pascoli montani.