Il ragazzo accusato del delitto di La Salle condannato in Francia per maltrattamenti

Il ragazzo accusato del delitto di La Salle condannato in Francia per maltrattamenti
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Annuncia ricorso l’avvocato francese Samir Bellasri, che difende Sohaib Teima. Il ventunenne di Fermo è stato condannato venerdì scorso, 3 maggio, dal Tribunale di Grenoble a 6 mesi di reclusione per maltrattamenti nei confronti della compagna Auriane Nathalie Laisne, 22 anni, di Lione, e al divieto di fare ingresso in Francia per 10 anni. Presunte violenze e minacce nei confronti della ragazza per cui Sohaib Teima è «Gravemente indiziato» dalla Procura di Aosta, che nei suoi confronti ha spiccato un mandato di cattura europeo, di aver ucciso con un taglio alla gola, e abbandonato, alla fine di marzo nella chiesetta diroccata dell’Equilivaz a La Salle. Rientrato in Francia, il giovane era poi stato arrestato mercoledì 10 aprile scorso a Lione. In attesa dell’estradizione in Italia, già concessa dalla Corte d'appello di Grenoble giovedì 2 maggio, Sohaib Teima è quindi comparso davanti al Tribunale della città francese con l'accusa di violenze e minacce che vanno dal 2022 all'inizio del 2024, episodi che la sua stessa compagna aveva denunciato. Durante il processo, sostiene il suo legale, «I documenti oggettivi che contraddicono la denuncia della signora Laisne - scambi su Whatsapp e confessioni della signora Laisne via e-mail - sono stati respinti dal presidente della Corte, anche prima che il collegio giudicante si ritirasse per deliberare. Tali documenti potrebbero, quantomeno, essere oggetto di una perizia per verificarne l'autenticità. La Corte si è rifiutata di prenderli in considerazione e ha respinto le richieste di ulteriori documenti investigativi». Quindi Sohaib Teima «Che nega di aver commesso atti di violenza contro la signora Laisne, ha diritto di ricorrere in appello». Ancora da stabilire quando il sospettato potrà essere estradato in Italia e quindi essere sottoposto al procedimento penale per omicidio premeditato e aggravato avviato dalla Procura di Aosta.

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