Il processo per il quadro di Ligabue rubato inizia con un rinvio

Il processo per il quadro di Ligabue rubato inizia con un rinvio
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Martedì scorso, 28 febbraio, è stato rinviato a martedì 14 marzo il processo per ricettazione nato dal sequestro di un quadro di Antonio Ligabue risultato rubato nel 1991 in una villa di Boretto, in provincia di Reggio Emilia, e scoperto in una mostra al Forte di Bard. Il giudice monocratico del tribunale di Aosta Marco Tornatore in quella data si pronuncerà sulle 2 eccezioni difensive sollevate nella prima udienza: una sulla competenza territoriale e l'altra sull'ammissibilità delle parti civili, ovvero l'associazione Forte di Bard e la donna che subì il furto. Secondo la prospettiva difensiva, il fatto contestato come reato si sarebbe svolto nella provincia di Reggio Emilia, nel momento in cui il quadro è stato consegnato al corriere per essere trasportato al Forte di Bard, e non in Valle d'Aosta. Sono imputati il curatore della mostra, Alessandro - detto Sandro - Parmiggiani, 76 anni, di Reggio Emilia, e la gallerista Patrizia Lodi, 68 anni, di Sala Baganza, in provincia di Parma. Con un valore stimato di circa 300mila euro, “Autoritratto con spaventapasseri” era stato notato a Bard nel gennaio 2022 da un'ottantenne emiliana, oggi residente a Milano, che 31 anni fa subì il furto e che da allora non ha mai smesso di cercare l'opera. L'ultimo collezionista ad averla posseduta, cioè l'imprenditore lombardo che l'ha prestata al curatore Parmiggiani per la mostra valdostana, si è opposto alla restituzione e sulla questione è attesa la pronuncia del Gip di Aosta.

Realizzato nel 1957-1958 e pagato 4.000 lire all'epoca, dopo il furto il dipinto ha subito una modifica: la rimozione di una libellula dipinta in alto a destra, poi ricoperta con i colori del cielo. Un'operazione utile secondo gli investigatori a mascherare l'opera.

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