Il presidente Bruno Domaine: «Adesso bisogna puntare al rilancio dell’artigianato»
Con una recente deliberazione la Giunta regionale ha approvato la concessione di un contributo riguardante le spese obbligatorie e necessarie al funzionamento dell’Institut Valdôtain de l’Artisanat de Tradition-Ivat e del Museo dell’Artigianato di tradizione valdostano-Mav. All’Ivat per l’anno 2021 il contributo assegnato è pari a 670.000 euro ed è di 300.000 euro per il Mav. Queste risorse sono sufficienti per le attività previste e quali sono le voci più onerose? Abbiamo posto la domanda al presidente dell’Ivat Bruno Domaine. «Si tratta del finanziamento istituzionale che è ormai attestato su questi numeri da qualche tempo, - risponde il presidente Bruno Domaine - dopo aver subito qualche contrazione anni addietro, e sono funzionali all'attività dell’Ivat nella sua duplice veste, da una parte la rete commerciale, con 4 negozi, 4 corner e l’e-commerce, dove rientrano tutte le spese gestionali dei locali tra affitti e spese vive oltre al personale per la gestione del magazzino e gli addetti alle vendite. In parallelo ci occupiamo dell’aspetto più marcatamente culturale di promozione e salvaguardia dell’artigianato di tradizione che si esplica principalmente attraverso le esposizioni del Museo di Fénis dove sono in corso dei lavori di ammodernamento, della Maison de l'Artisanat International alla Maison Caravex di Gignod e tramite tutta una serie di attività di laboratorio didattico-creativo sul territorio a Fénis, ad Aosta e a Saint-Vincent in collaborazione con diverse direzioni didattiche delle scuole». Il 2020 è stato un anno difficile per la pandemia e anche per il 2021 non si vede ancora la luce in fondo al tunnel. Come giudica l'attività svolta da Ivat e Mav lo scorso anno e quali sono i progetti futuri più importanti? «Sicuramente è stato un periodo inevitabilmente difficile anche per il nostro settore. - ammette il presidente Bruno Domaine - A giugno 2020 la nostra rete commerciale ha chiuso con un meno 41 per cento di vendite rispetto all’anno precedente. Si è allora cercato velocemente di mettere in piedi una campagna promozionale che con la riapertura turistica estiva ci ha aiutato a ridurre il divario ad un meno 17 per cento a fine anno. Ora purtroppo stiamo riaffrrontando l’ennesimo periodo di restrizioni e non è facile, abbiamo cercato per quanto possibile di attivare delle azioni che potessero cercare di mitigare la difficoltà del momento, come un corso, destinato ai nostri conferitori, di approfondimento riguardante la promozione dei loro prodotti attraverso i canali social. E, ancora, la creazione di una nostra piattaforma di e-commerce con una campagna promozionale dedicata, ma è estremamente difficile fare dei numeri». Alla luce di tutto ciò, quali sono le sue speranze e i suoi timori per il futuro dell'artigianato valdostano? «Il timore è sull’incertezza economica del momento storico che già soffriva prima dell’avvento della pandemia, - è la riflessione ad alta voce di Bruno Domaine - la speranza è che un settore di nicchia, com'è il nostro artigianato tipico, sappia superare il momento e rilanciarsi. Sarà un percorso in salita e per cercare di raggiungere l'obiettivo è necessaria una sinergia tra tutte le parti interessate, pubbliche e private. È importante dare nuove linfa al settore in modo che possa attrarre addetti per la salvaguardia futura del comparto».