Il Piemonte chiede aiuto alla Valle “Impossibile, in difficoltà pure noi”

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Nevai già sciolti come ad agosto e portata della Dora Baltea quasi dimezzata rispetto alla media storica: anche i dati dimostrano che la siccità fa sentire i suoi effetti. Tanto che la Valle d’Aosta ha dovuto rifiutare una richiesta di aiuto da parte della vicina Regione Piemonte. «Ho ricevuto lunedì una telefonata del governatore Alberto Cirio, in cui mi anticipava una richiesta di intervento sull'emergenza siccità. - dichiara il presidente della Regione Erik Lavevaz - Ho condiviso con lui i dati che testimoniano come anche la Valle d'Aosta stia riscontrando gravi criticità dovute alla carenza idrica. Stiamo effettuando tutti gli approfondimenti del caso, ma credo che le nostre effettive possibilità di intervento in questo campo non possano rispondere a un’emergenza ampia come quella che si sta configurando. Noi per primi vediamo i risultati di queste condizioni eccezionali, con i nevai già sciolti come se fossimo ad agosto e temperature altissime anche fino a 4.000 metri. Ci troveremo tutti a dover fare i conti con una carenza idrica importantissima».

«Nel momento in cui dovesse essere richiesto lo stato di emergenza a livello del bacino del Po, che riceve la nostra acqua, ovviamente le scelte delle Regioni a valle coinvolgerebbero anche le scelte che dovrebbe porre a monte la Regione autonoma Valle d'Aosta» ha dichiarato ieri, venerdì, l’assessore regionale alle opere pubbliche Carlo Marzi a margine della visita della Commissione Ambiente del Senato (si veda articolo a pagina 39). «Stiamo monitorando anche noi l'evolversi dello stato di siccità e siccome ci troviamo nelle condizioni di essere contributori di acqua, se le scelte a livello di pianura e di bacino del Po dovessero essere di uno stato di emergenza, ovviamente coinvolgerebbero anche la Valle d'Aosta» ha aggiunto Carlo Marzi.

In base ai dati forniti dal Centro funzionale regionale, il picco del periodo di piena della Dora Baltea quest'anno è stato anticipato e ha avuto volumi inferiori: se nel 2021 era stato il 20 giugno, con una portata di 300 metri cubi al secondo, nel 2022 si è registrato il 22 maggio e con 200 metri cubi al secondo. Riguardo all'acqua conservata nel manto nevoso (lo “Snow water equivalent”) rispetto alla media storica il calo è del 40-50 per cento, il dato peggiore registrato dal 2002 ad oggi, e il momento di fusione è stato anticipato di un mese e mezzo a causa delle scarse precipitazioni e delle alte temperature.

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