Il nuovo numero di “Images” svela le emozioni dell’architettura alpina
È disponibile in tutte le rivendite di giornali da ieri, venerdì 18 giugno, il nuovo numero di “Images - Rêves au cœur des Alpes”, la prestigiosa rivista patinata semestrale bilingue, in italiano e in francese, che si occupa di architettura, turismo, artigianato e arte diretta da Marinella Vaula. Il titolo di copertina è “Emotions”.
«Sono le emozioni che ci permettono di vivere una vita interessante, non piatta e monotona; queste possono essere provocate dai più svariati eventi nella comune vita di relazione, o da accadimenti straordinari come la vista di scenari spettacolari. - scrive Marinella Vaula nel suo editoriale - Cerco di individuare qualcosa che fin da subito susciti in me una reazione, non mi interessano le cose banali, ricerco il sorprendente, lo stupefacente, l’eccezionale. Anche questa volta credo di proporre un numero di Images singolare. Viviamo un periodo complicato, per tutti, nessuno escluso. Con il mio lavoro spero di comunicare bellezza e quelle famose emozioni che permettono a tutti di stare bene, magari solo per un po’, ma di stare davvero fuori da tensioni e contrarietà di ogni tipo».
Proprio la direttrice Marinella Vaula spiega quali sono i contenuti della nuova pubblicazione.
Il titolo di questo numero è “Emotions”. Sono quindi le emozioni il filo conduttore della rivista?
«E’ sempre un momento particolare decidere che titolo dare al numero in lavorazione. Questa volta però non ho avuto dubbi: il massiccio del Monte Bianco in copertina è stato così desiderato che il fatto stesso di pubblicarlo con questo taglio preso dalla Val Ferret, quindi così vicino e imponente in tutta la sua magnificenza, non poteva che essere “Emotions”! E in effetti sì, credo di poter dire che sono le emozioni il filo conduttore di questo numero, di cui sono particolarmente soddisfatta, cosa assai rara per il mio carattere. Ho avuto la fortuna di trovare alcune belle realizzazioni che vuoi per la posizione, vuoi per le soluzioni architettoniche e decorative, sono proprio emozionanti».
La rivista “Images” è uscita puntualmente anche in questo periodo caratterizzato dall’emergenza sanitaria. Quali sono state le principali difficoltà?
«Non saprei dire se tra le molteplici situazioni di disagio comuni a tutti ho avuto difficoltà principali, diciamo che è stato tutto stravolto, dall’organizzazione con il fotografo (bresciano!) Vincenzo Lonati al grafico con il virus, al lavoro tutti mascherati e attenti a distanziamenti, mascherine, disinfettanti, sovrascarpe… Non è mica stato facile entrare nelle abitazioni! Fortunatamente è andato tutto abbastanza bene e speriamo che il peggio sia ormai passato».
La pandemia ha inevitabilmente cambiato la percezione che ognuno ha della propria casa, per lunghi mesi diventata luogo di confinamento obbligato. Quanto ha influito questo nella stesura del nuovo numero della rivista?
«Ma no, considerando il fatto che pubblico principalmente residenze secondarie direi che non c’è stato nessun tipo di condizionamento negativo rispetto questo putiferio che abbiamo vissuto; certamente in molte persone si è modificata la percezione dell’ambiente domestico e probabilmente in questo senso qualcuno ha approfittato per apportare modifiche e miglioramenti».
L’architettura alpina vive di un delicato equilibrio tra tradizione e innovazione: il Covid ha modificato questo rapporto? Si percepisce in qualche modo un desiderio di ritorno alle origini oppure, al contrario, di una fuga verso il futuro e la tecnologia?
«Credo che il futuro sia la nostra salvezza, il delicato equilibrio delle abitazioni in montagna è già stato sdoganato da tempo e la tradizione si è sostanzialmente evoluta in determinate innovazioni che in realtà sono proprio quelle famose migliorie di cui dicevo prima: la domotica è ormai un prezioso alleato e nulla impedisce la convivenza con elementi che più che tradizionali possiamo definire tipici… se fuga verso il futuro significa recuperare tanto del costruito esistente riportandolo a nuovi utilizzi, ben venga!».
Personalmente cosa le piace di più di questo numero di “Images”?
«Devo dire che da qualche tempo a questa parte trovo realizzazioni sempre più interessanti! Non so cosa mi piaccia di più di questo numero, sinceramente non c’è niente che non mi piaccia e questo accade di rado ed è significativo. Ogni articolo è studiato e scelto da me, mi assumo tutte le responsabilità!».