Il mondo della scuola scende in piazza ad Aosta “Al più presto le lezioni in presenza per tutti”
Il ritorno della scuola in presenza per tutti il prima possibile e investimenti seri, a livello economico e organizzativo: sono questi i due punti principali proposti dagli organizzatori della manifestazione organizzata dal movimento “Priorità alla scuola in Valle d'Aosta” che si tiene oggi, sabato 10 aprile, alle 15, in piazza Chanoux, ad Aosta.
«La riapertura fino alla prima media è già un buon risultato, ma non ci basta. - spiegano gli organizzatori - Da molti mesi gli adolescenti sono considerati invisibili nell'agenda politica, sono quelli ritenuti sacrificabili, che possiamo immediatamente relegare dietro ad uno schermo. Ci sono una serie di misure organizzative importanti sia interne al sistema scuola (eliminazione delle classi pollaio, aumento significativo dell'organico dei docenti, investimento serio nella ristrutturazione degli stabili) che esterne alla scuola (riorganizzazione dei trasporti, collaborazioni con associazioni ed enti del territorio per progetti di educazione diffusa), che avrebbero consentito di vivere meglio questo anno scolastico e di mantenere la scuola in presenza e che è urgente cominciare a progettare fin da ora anche in vista del prossimo anno scolastico».
«Capisco le ragioni e le condivido. - commenta l'assessore regionale all'Istruzione Luciano Caveri - Nel dirlo penso di avere le carte in regole. Abbiamo tenuto aperto il più possibile sino ad oggi. Da Roma c'è stata una “stretta”, che rende giuridicamente difficile deroghe in materia. Ma sono contento che ci sia un movimento d'opinione che ricorda come la scuola sia quella in aula».
L’assessore Luciano Caveri ha poi partecipato in videoconferenza giovedì scorso, 8 aprile, all’audizione sulla situazione della scuola della Commissione Istruzione pubblica e Beni culturali del Senato della Repubblica, della quale il parlamentare valdostano Albert Lanièce è vicepresidente. Luciano Caveri ha ribadito come la Valle d’Aosta sarebbe pronta a riaprire tutte le scuole già da martedì prossimo - le Superiori al 50 per cento -, non avendo problemi nei trasporti, registrando dati che confermano con gli screening una bassa incidenza di positivi e con ormai un 40 per cento di insegnanti vaccinati. «Ci vuole flessibilità nelle scelte delle Regioni. Noi paghiamo la scuola - ha detto l’assessore Caveri ricordando la particolarità del modello scolastico valdostano e il suo particolare assetto istituzionale - ma è importante, come sa bene il senatore Lanièce, che ogni finanziamento particolare per la scuola dovuto alla pandemia, ad esempio per le attività estive, affluisca anche nelle casse della nostra Regione, senza esclusioni come accaduto nell’ultimo decreto legge». «Saremmo pronti ad aprire tutto ma per il momento è ancora solo un auspicio per due ragioni: - aggiunge Luciano Caveri - innanzitutto perché la prossima settimana saremo ancora in zona rossa, in un periodo di grandi difficoltà per la pandemia; in secondo luogo perché, dopo la bocciatura della legge regionale da parte della Consulta, non abbiamo più grandi margini di manovra che ci possano consentire di fare eccezioni. E’ quindi probabile che la situazione rimanga congelata anche per la prossima settimana. Se si aprissero nuove possibilità nelle ore a venire, sarà nostra cura darne immediata comunicazione al mondo della scuola».
Adu: Preoccupazioni condivise
«La Dad, che si innesta in un contesto di disparità culturali ed economiche, non garantisce a pieno il diritto all'istruzione» Lo scrive in una nota Adu Vda, condividendo le preoccupazioni alla base della manifestazione di oggi, sabato. «Da subito possiamo e dobbiamo creare un contesto favorevole per il raggiungimento dell’obiettivo della completa riapertura: - prosegue Adu - tramite il potenziamento del tracciamento, l'obbligo di adesione alle campagne di screening per docenti e studenti, il completamento della vaccinazione degli insegnanti e il miglioramento dei servizi di trasporto. Altrettanto essenziale, deve essere l'attivazione delle misure necessarie ad evitare che anche il prossimo anno scolastico sia funestato dalla logica dell'emergenza. In questo senso, condividiamo la richiesta di chiudere le “classi pollaio”, intervenendo rispetto all'edilizia scolastica, riducendo il numero massimo di alunni per classe e aumentando e stabilizzando il personale scolastico».
resta la priorità”
«Abbiamo più volte ribadito che la scuola in presenza resta la priorità in quanto essa non è solo contenuto ma è soprattutto relazione sociale pedagogica-didattica, il luogo in cui si prepara alle sfide della vita adulta, al confronto, alla comprensione, alla solidarietà, alla cittadinanza attiva. - si legge in un comunicato di Flc Cgil - Abbiamo denunciato più volte che la didattica a distanza sta contribuendo a far crescere in maniera esponenziale la povertà culturale e le disparità sociali. Ora più che mai è evidente che non sono più rimandabili interventi per stabilizzare i lavoratori precari con 3 anni di servizio accelerando le immissioni in ruolo con procedure veloci ed efficaci. La scuola a intermittenza non ci piace ed è una condizione che non aiuta, da un punto di vista psicologico, né i bambini, né gli studenti e neppure docenti e genitori. Inoltre, per evitare di aprire un altro anno scolastico in emergenza, la Flc ritiene necessario che l’Amministrazione regionale intervenga in sede di definizione degli organici, per non creare, all’apertura dell’anno scolastico 2021-2022, situazioni con classi troppo numerose; inoltre che preveda aule di dimensioni appropriate per garantire una reale sicurezza e che adegui in maniera più efficace il sistema del trasporto scolastico».