Il Mondiale di Martina e Beatrice Trabucchi
Beatrice terza nell’individuale, Martina seconda nell’inseguimento e terza ieri, venerdì, in staffetta. La prima tra le Juniores, l’altra nelle Giovani. Entrambe biathlete, entrambe Trabucchi, un cognome che è una garanzia di sport ad alto livello, almeno in Valtellina.
Adesso pure in Valle d’Aosta, anche al di fuori dal mondo del biathlon, si inizia a conoscere la storia delle sorelle Trabucchi e della loro settimana “quasi perfetta” ai Mondiali giovanili di Obertilliach. Prima di arrivare alle medaglie degli ultimi giorni, però, c’è stata tanta strada da percorrere. La storia di Beatrice e Martina - 2 anni di differenza, il giusto mix di amore e odio che contraddistingue da sempre i rapporti tra fratelli - inizia a Brusson, nella casa di via Col Ranzola dove Pietro Trabucchi e Silvana Grosjacques le hanno cresciute. E chi, se non la mamma, può raccontare quanto siano uguali e al contempo diversi i 2 astri nascenti del biathlon?
dopo un anno soltanto
Beatrice è del 2000, Martina è nata 2 anni dopo. Mai gareggiato nella stessa categoria, vista la differenza d’età: ad accomunarle le società sportive, il Brusson prima e - adesso - l’Esercito. Beatrice è la primogenita, normale che le sue scelte potessero ricadere sulla sorella minore. Così è stato per il biathlon, anche se tutto era iniziato con la discesa. Bea, infatti, a 6 anni frequentava i corsi di sci alpino, ma dopo un anno decise di cambiare. Sci di fondo ai piedi, primi poligoni con un vecchio fucile ad aria compressa sotto lo sguardo vigile di Gianni Gens, attuale allenatore dell’Asiva. “Ha iniziato lei - racconta mamma Silvana Grosjacques - e poi Martina ha seguito le sue orme, più che per scelta per una questione logistica. Sarebbe stato inimmaginabile farle fare un altro sport”.
La storia sportiva delle 2 sorelle, però, è molto diversa. Fino agli Allievi - quando si spara con armi ad aria compressa - Beatrice non faceva sfaceli. “Direi che non brillava al tiro - ricorda Silvana Grosjacques - però non si è mai persa d’animo e ha continuato ad allenarsi. Quando è passata al calibro 22 i suoi risultati sono cambiati improvvisamente. Sono arrivati gli “zero” e le prime vittorie, con loro la consapevolezza che si poteva fare strada, magari migliorando nello sci di fondo”. Martina, invece, ha fatto l’esatto contrario: veloce fin dalle prime gare, precisa al tiro, batteva spesso e volentieri anche i maschi della sua età. “Beatrice è più fredda, non per niente l’individuale è la sua gara, dove bisogna correre soprattutto controllando se stessi. Martina, invece, si esalta quando deve inseguire: rispetto a sua sorella aveva meno voglia di fare fatica, poi però quando il livello delle gare è aumentato ha capito che senza allenarsi a fondo era impossibile fare risultati”.
Oggi, sabato, alle 11 l’ultima gara di Beatrice in questo Mondiale Juniores, la staffetta 4x6 km (alle 14 i maschi con Iacopo Leonesio e Jean-Marc Christille, anche loro di Brusson). Per il ritorno a casa, però, c’è ancora tempo. “Staranno a Obertilliach anche la settimana prossima per la Ibu Cup. La cosa che mi dispiace di più è che a causa del Covid non abbiamo potuto vivere con loro questo straordinario Mondiale”, dice con un po’ di rammarico Silvana Grosjacques, che le aspetta in quella casa di via Col Ranzola a Brusson per abbracciarle dopo tanti giorni lontano da casa. Vorrà stare un po’ con le sue bambine, a dirla tutta gli importa poco dei risultati sportivi. Al cuore di una mamma non si comanda: per fare spazio alle medaglie Mondiali, nella bacheca di casa, ci sarà tempo.
di un Mondiale quasi perfetto
Il Mondiale di Obertilliach finisce oggi con la staffetta degli Juniores, mentre ieri - venerdì - erano in programma le gare a squadra dei Giovani che hanno premiato gli azzurri con 2 medaglie di bronzo.
In entrambi i casi, però, il terzo posto brucia parecchio, visto che per lunghi tratti la squadra italiana era al comando delle operazioni. Al femminile, nella 3x6 km, l’ultimo poligono di Linda Zingerle è stato tremendo: 3 errori e 3 ricariche sprecate, il primo posto virtuale consegnato alla Francia (Fany Bertrand, Jeanne Richard, Maya Cloetens (53’50”5, 0+7), l’argento che va alla Slovenia (Klara Vindisar, Kaja Zorc, Lena Repinc, +13”2, 0+8) e il bronzo salvato per poche decine di secondi (+1’31”7, 3+10). La Trabucchi era stata schierata al lancio (17’20”0, 0+1 0+1) e aveva lasciato il testimone alla friulana Sara Scattolo con un ritardo di 6”7 dalla vetta.
Stesso destino per la squadra maschile dove al lancio è stato inserito Stefan Navillod: prima posizione al terzetto della Polonia (Konrad Badacz, Jan Gunka, Marcin Zawol, 59’16”5, 0+7) davanti alla Francia (Edgar Geny, Mathieu Garcia, Valentin Lejeune, a 13”2, 0+10) con terza l’Italia a 29”9 (0+2) dalla vetta. Perfetto l’ex portacolori del Torgnon (19’43”9, 0+0 0+0), che ha lasciato il testimone a Fabio Piller Cottrer con 10”8 di ritardo dalla vetta. Il friulano si è portato in vantaggio ma nel turno finale Barale, complice i 2 errori nel tiro in piedi, ha perso la chance di vincere la gara.
Continuando con questa categoria, l’exploit di Martina Trabucchi è arrivato mercoledì 3 marzo nell’inseguimento. Alle spalle della slovena Lena Repinc (21’20”8, 0 0 1 1), già vincitrice della sprint del giorno prima, si è accomodata l’alpina di Brusson (a 14”9, 0 0 0 1), che partiva dalla decima piazza con 41” di ritardo dalla leader della corsa. Per l’Italia anche il bronzo dell’altoatesina Linda Zingerle (a 26”0, 2 1 0 2), argento nella sprint. Due giorni prima, lunedì, la Repinc aveva vinto in 17’04”9 (1 0) sulla Zingerle (17’10”1, 1 0) e sulla tedesca Selina Grotian (17’16”5, 0 0). Decima la Trabucchi in 17’45”9 (1 0). La prima gara del Mondiale era stato l’individuale di sabato, vinto in 32’18”8 (1 1 0 0) dalla francese Jeanne Richard davanti alla Repinc (32’51”5, 1 1 1 1) e alla slovacca Ema Kapustova (33’21”9, 0 0 0 0), unico zero di giornata. Troppi errori al tiro (1 2 1 0) hanno costretto la Trabucchi al nono posto in 34’52”7.
Nella gara maschile era arrivato l’11esimo posto di Nicolò Bétemps delle Fiamme Oro (37’55”3, 2 1 1 1): a vincere il russo Denis Irodov (36’35”6, 2 0 0 0) sul francese Edgar Geny (37’08”0, 0 1 0 2) e l’austriaco Leon Kienesberger (37’08”3, 0 0 1 1), con 26esimo Stefan Navillod (Fiamme Oro, 39’45”6, 1 0 1 2). Nella sprint di lunedì Navillod è stato 28esimo in 20’16”7 (0 3) e Bétemps 69esimo in 21’46”0 (5 1): seconda posizione di Fabio Piller Cottrer (18’43”6, 0 0), figlio del fondista Pietro, alle spalle del russo Irodov (18’22”5, 0 0) con bronzo al polacco Jan Gunka (18’50”4, 1 0). Nell’inseguimento in gara solo Navillod, che ha recuperato 15 posizioni finendo 13esimo a 2’55”2 (0 1 0 1) dal vincitore Irodov (27’13”3, 0 0 1 0), primo davanti al polacco Mark Zawol (a 1’27”0, 1 0 1 0) e lo svedese Oskar Andersson (a 1’34”6, 1 0 1 2).
Passando agli Juniores, domenica Beatrice Trabucchi aveva iniziato nel migliore dei modi il suo Mondiale prendendo il terzo posto nell’individuale in 36’35”7 (0 1 0 0), battuta solo dalla francese Camille Bened (35’01”4, 0 0 0 0) e dalla slovacca Henrieta Horvatova (36’26”8, 0 1 0 0). Nella sprint e nell’inseguimento la ragazza di Brusson è stata 20esima e sesta: martedì nella gara contro il cronometro argento all’altoatesina Rebecca Passler (20’22”1, 0 1), con un ritardo di 22”2 dalla vincitrice, la svizzera Amy Baserga (0 0) e bronzo alla norvegese Juni Arnekleiv (20’22”8, 0 1): la valdostana, con un errore nel tiro in piedi, ha chiuso in 21’30”2. Nell’inseguimento di mercoledì altro successo della Baserga (29’22”4, 0 0 1 0), con argento alla norvegese Synne Owren (a 41’8”, 1 0 1 1) e bronzo alla Passler (a 47”5, 0 1 1 1): grazie allo “zero” al tiro la Trabucchi ha recuperato 14 posizioni, finendo sesta a 1’20”1 dalla vetta.
Tra i maschi nell’individuale ottima la prestazione del carabiniere Iacopo Leonesio (39’33”6, 0 0 1 0), attardato di meno di un minuto dal vincitore, il tedesco Philipp Lipowitz (38’37”1, 0 0 1 0), con argento allo sloveno Alex Cisar (38’48”1, 0 0 0 1) e bronzo al francese Emilien Claude (39’15”0, 0 1 0 1): 42esimo Cédric Christille (Fiamme Gialle, 42’51”9, 0 0 2 1). Nella sprint di martedì vittoria del transalpino Claude (23’16”1, 0 0) a precedere il ceco Mikulas Karlik (23’42”2, 0 1) e al russo Mikhail Pervushin (23’47”4, 0 0): 18esimo Leonesio (24’37”9, 1 1), 37esimo Christille (25’20”3, 1 1). Nell’inseguimento Leonesio è sceso in 21esima piazza a 1’56”2 (0 0 2 2) dal vincitore, il solito Claude (32’16”5, 1 0 1 1), capace di precedere il connazionale Erik Perrot (a 7”7, 1 0 0 0) e il russo Mikhail Pervushin (a 14”2, 2 0 0 0): recuperava 5 posizioni ed era 33esimo Christille (a 3’00”5, 0 3 1 1).