Il mito della divinità celtica Ypa rivive in un romanzo a fumetti della giornalista eporediese Elisabetta Signetto

Il mito della divinità celtica Ypa rivive in un romanzo a fumetti della giornalista eporediese Elisabetta Signetto
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Valle d’Aosta, antica terra di transito di gruppi migranti di stirpe celtica sin dall’Età del Bronzo, che attraverso i passi alpini si trasferivano nella Pianura Padana con il loro retaggio di miti e leggende. Tra essi il gruppo dei Salassi, che si mosse lungo le valli montane sul corso della Dora e attraverso il Canavese, dovendo infine fronteggiare l’espansionismo romano di Cesare Augusto nel 25 avanti Cristo, che tra l’altro vedeva la presenza di questi come un ostacolo per il libero passaggio di soldati e mercanti lungo la Via delle Gallie, che attraversava appunto la Valle d’Aosta. La graphic novel “Ypa, regina di Dubron” (edita da Deel Comics), romanzo a fumetti della giornalista e scrittrice eporediese Elisabetta Signetto - residente Tonengo di Mazzè -, illustrata dalle tavole di Debora Grazio di Cuorgnè, attualmente disponibile sulla piattaforma Amazon, raccoglie il cuore della leggenda incentrata sulla splendida regina-sacerdotessa che regnava sulle tribù celtiche dei Salassi, stanziati nel bacino lacustre della Serra Morenica, evocata dalle brume di un misterioso “evo antico”, al di là del tempo e dello spazio, ma fortemente legato al territorio canavesano delle origini.

«Abbiamo colto l’occasione di presentare quest’opera dedicata a Ypa, dea della fertilità secondo la tradizione celtica e protettrice dei cavalli, proprio in previsione delle prossime festività di San Savino a Ivrea, antica colonia romana» spiega Elisabetta Signetto. La vicenda narrata dalla scrittrice e le ariose tavole disegnate dall’illustratrice Debora Grazio, vanno oltre l’accettata tradizione di epoca romana, come spiegano le autrici, che vedeva nell’affascinante personaggio di Ypa una fosca strega dalle brame insaziabili e dalle passioni amorose incontenibili, spinta da un selvaggio istinto egoistico che si traduce in una catastrofe ambientale terrificante: un’esondazione lacustre che finirà con lo spazzare via anche il suo regno. Viene invece preferita per questa graphic novel la fonte stessa della leggenda, che mostrava Ypa come una donna reale assurta a semidivinità, votata agli dei e alle loro esigenze (non meno egoistiche di quelle umane), costretta ad agire secondo volontà imposte dai celesti ma ancora legata alle sorti del suo popolo mortale, che si prende a cuore. «Un lavoro della durata di 3 anni - dice Debora Grazio - con ben 130 tavole in digitale realizzate con tavoletta grafica, di cui sono molto fiera». Colpisce appunto, nella rivisitazione delle 2 autrici, il dilemma psicologico e interiore di una sovrana che si ribella all’imposizione divina di non interagire con gli uomini, cercando invece di porsi al loro servizio e rivelando così la sua anima umana, anche se votata al sacrificio finale. Un racconto velato dalle nebbie della fantasia e della narrazione fantastica, sprofondato nei “giorni più giovani” dei tempi trascorsi, quando la riproposta del Mito viene colta anche come fondante dell’attuale società.

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