Il messaggio di natale: “proviamo a farci artigiani di pace in famiglia”
Come di consueto, in occasione del Natale pubblichiamo il messaggio ai fedeli del Vescovo di Aosta, monsignor Franco Lovignana.
Cari fratelli e sorelle, vi invito a sostare davanti al presepe, in casa o in chiesa, per leggere questo messaggio. La scena ispira tenerezza e ci appare idilliaca. Eppure essa vuole rappresentare un evento inaudito e drammatico: nasce Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, nasce nella povertà e nell'indifferenza. La contemplazione del presepe deve sempre includere la dimensione tragica che possiamo esprime con le parole di San Giovanni: Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. (Gv 1, 9-11). È importante non perdere questo tassello per salvare l'originalità del Natale che non è festa della bontà, ma celebrazione di Dio che si fa uomo per camminare come uomo e farsi guida vivente sulla strada impervia dell'esistenza terrena. Inaudito, ma vero.
Su questo sfondo possiamo ascoltare il canto degli angeli che appaiono ai pastori nelle campagne di Betlemme: Gloria a Dio... e sulla terra pace agli uomini che egli ama. Che cos'è la gloria di Dio? È come la luce che promana dal sole o da una lampada accesa. È come la luce e il calore che ci raggiunge quando stiamo attorno ad un falò. La gloria di Dio è la sua manifestazione! Carissimi, la gloria di Dio è Gesù: nella sua vita e nella sua parola manifesta il vero volto di Dio. Prendiamo in mano il Vangelo in queste feste e lasciamoci raggiungere dalla luce e dal calore di Dio che Gesù ci trasmette.
La gloria è dunque come un albero che fiorisce in tutta la sua bellezza. Dopo i fiori ci sono i frutti. Il frutto della gloria di Dio è la pace per gli uomini da Lui amati: la pace dentro al cuore e la pace tra di noi, l'una e l'altra sono i primi e fondamentali mattoni della pace tra i popoli. Quando non si è in pace dentro se stessi, quando non si è in pace con le persone con cui si vive a stretto contatto si può gridare e manifestare per la pace ma ci si pone sempre contro qualcuno, si esterna il proprio disagio, la propria rabbia, ma non si costruisce cultura di pace. Proviamo, in questi giorni di Natale, se non lo abbiamo ancora fatto, ad accostarci al sacramento della Confessione: chiediamo perdono dei nostri peccati, accogliamo la pace dentro di noi e poi proviamo a farci artigiani di pace in famiglia, a scuola, al lavoro, con gli amici. Artigiani di pace perché la pace non si produce in serie, è sempre un pezzo unico. La pace è un'arte, si fa a mano, pezzo per pezzo, quante sono le nostre relazioni. Ma è una cosa bellissima perché come insegna Gesù, gli operatori di pace ... saranno chiamati figli di Dio. È questo il messaggio inaudito, sorprendente, impegnativo del Santo Natale!
Auguri!