Il meccanico con la passione dello sci nordico che sulle piste portava anche la fisarmonica: Ugo Vallet

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Sono delle persone carismatiche che lasciano un segno qualsiasi cosa facciano, sia a livello professionale, che nelle loro passioni, come pure nella vita di tutti i giorni. Ugo Vallet di Morgex è uno di questi, con una schiera di ricordi indelebili non solo per i famigliari ma anche per i tanti amici che con lui hanno condiviso spaccati di vita, di una esistenza lunga quasi novant’anni.

"Difatti - sorride Ugo Vallet - sono nato il 22 maggio del 1935 in casa a Prévillair di Morgex. La mia famiglia, il nonno Battista e il papà Giovanni erano originari di Champorcher. A Morgex mio padre, che era della classe del 1906, si era trasferito per motivi di lavoro, visto che era occupato alla Cogne durante lo sfruttamento delle miniere di antracite di Arpy e La Thuile. Qui aveva conosciuto mia mamma, Elisa Boega Veuva sarta di La Thuile del 1911: si sono sposati nel 1932 andando, appunto, ad abitare al Prévillair per trasferirsi poi al Biolley e per ritornare al Prévillair nella casa di René Savoie dopo un breve periodo a Thovez.”

“Sono figlio unico e, come si dice in questi casi, tutte le beghe erano mie! L'infanzia è stata dura, la fine della guerra con tutte le macerie che lascia un conflitto bellico non dava certo spazio all'abbondanza e al benessere. Andavo a scuola a piedi - ricorda Ugo Vallet - e in inverno con le abbondanti nevicate di quei tempi, scendevo con la slitta. Era un’avventura che condividevo con i miei coetanei vicini di casa. Ho ancora dei vaghi ricordi del tempo di guerra, rammento i carri armati degli americani sulla strada nazionale tra Morgex e Pré-Saint-Didier e il timore che incutevano a noi bambini. In quel periodo, malgrado le ristrettezze e le privazioni devo dire che, malgrado tutto, non abbiamo patito la fame, come altri purtroppo, grazie alla busta paga di papà Giovanni che ci permetteva di vivere dignitosamente.”

“Del periodo della guerra ricordo che allo spaccio di Liarey era in funzione un forno utilizzato dai tedeschi per la cottura del pane e che ogni tanto i militari regalavano, a noi bimbi di allora, del pane fresco a forma rettangolare. Un po' di umanità da parte degli occupanti che purtroppo hanno lasciato dietro di loro una scia di brutalità e violenze.”

“Ho frequentato le scuole elementari sempre a Morgex, più la sesta, allora c'era anche questa possibilità prima della riforma scolastica e l’introduzione delle medie. I miei avrebbero voluto farmi proseguire e mi avevano iscritto all’Avviamento professionale, ma concluso il primo anno non ho voluto continuare e ho preferito incominciare a lavorare, anche per non pesare sulla famiglia. Fu così che un conoscente di mio papà Giovanni mi indirizzò presso un artigiano meccanico di cognome Paolucci che era alla ricerca di un apprendista dove rimasi per tre anni. Da allora i motori sono diventati per me oltre che la parte professionale anche la passione di una vita intera. Dopo avere svolto il servizio militare negli alpini, alla Caserma Testa Fochi di Aosta, venni assunto come meccanico qualificato, nella concessionaria Lancia della famiglia Ocleppo in corso Ivrea dove ho lavorato per altri dieci anni. Successivamente ho trovato impiego, sempre come meccanico, a Courmayeur e ricordo bene come in busta paga ci fosse molto di più di quanto guadagnavo ad Aosta! La soddisfazione più bella del mio mestiere era quella di potere arrivare alla fine del lavoro e dopo aver rimontato tutti i pezzi ascoltare il rumore del motore a pieno ritmo, era la conferma che tutto era andato bene e il guasto era stato riparato."

Dopo gli anni da dipendente, tra Aosta e Courmayeur, Ugo Vallet ha maturato la decisione di mettersi in proprio. "Sono partito come si dice dal primo mattone, qui a Morgex dove ancora oggi è l'officina gestita dai miei due figli, Gianni e Luca. Proprio sulla statale, in modo da essere utile anche al traffico di passaggio, appena prima dell’Hotel Grivola. Ho iniziato i lavori di costruzione nel 1967, facendo tanti debiti. Ricordo ancora l’ansia che mi assaliva a fine mese per il timore di non avere i soldi per pagare le rate del mutuo. Grazie a Dio, però, avevamo salute ed entusiasmo e sono riuscito a realizzare ciò che mi ero prefissato sempre con l'aiuto e il supporto di mia moglie Mariella che mi ha sopportato, sostenuto ed aiutato e per la quale non finirò mai abbastanza di esserle riconoscente. Una volta avviata l'attività e vedendo che tutto procedeva bene avevo potuto, ben presto assumere un operaio, Enrico Sanson, che è rimasto con me fino alla pensione.”

“Ottenuta la rappresentanza in esclusiva, nella mia zona, delle case automobilistiche Autobianchi, Fiat e Lancia, oltre ad acquisire visibilità e prestigio ho potuto finalmente - spiega Ugo Vallet - risolvere anche parte dei problemi economici che mi angustiavano. Allora avere un’affiliazione con queste grandi marche era una sicurezza, non come oggi che si compera l’auto con il telefono cellulare senza alcun contatto o rapporto diretto e personale con il venditore. Nel frattempo sono stato eletto consigliere comunale a Morgex nel 1965 con Giovanni “Giannotto” Quinson sindaco."

L'incontro più importante nella vita di Ugo Vallet parte da lontano, dai tempi della scuola materna che allora si chiamava ancora asilo: "Mariella la prima volta che l'ho vista eravamo piccoli! L'asilo e le scuole elementari li abbiamo frequentati insieme, un segno del destino si potrebbe dire! Mia moglie di cognome è Quinson, è mia coetanea, nata anche lei a Morgex. La sua famiglia era ed è molto conosciuta perché proprietaria sia della centrale idroelettrica che della segheria Quinson di Morgex. Il nonno Vuillerme Quinson costruì, sul nostro territorio la prima centrale idroelettrica, esempio di intraprendenza e lungimiranza. Durante le feste dei coscritti capimmo che il nostro percorso di vita lo dovevamo compiere insieme. Ci siamo sposati nel 1962, dopo una breve frequentazione, allora non esisteva il fidanzamento anzi, quando volevamo vederci lo si doveva fare praticamente di nascosto. Dalla nostra unione sono nati Luca nel 1964 e Gianni nel 1966. Sposati entrambi, abbiamo quattro nipoti: Marco, Lisa, Maya e Clizia quest'ultima campionessa di sci alpinismo, oltre che appassionata di ogni tipo di sport”.

Una vita, quella di Ugo Vallet costellata da tante passioni, lo sport innanzitutto e in particolare lo sci nordico, disciplina nella quale è stato tra l'altro campione italiano di categoria nello ski arc nel 1988, nel 1995 e nel 1997. "La passione per il fondo nasce innanzitutto dalla fortuna di avere la materia prima sotto casa, ovvero la neve. Poi al tempo avevamo dei dirigenti sportivi del settore che erano bravi e competenti ma soprattutto amici. Ho partecipato alla “Marcialonga” in diverse edizioni insieme ai miei amici di Morgex. Ricordo che tutti gli anni riuscivamo a completare un pullman di appassionati. Non era certo l’aspetto agonistico quello che interessava di più, ma la possibilità di stare insieme, di divertirci e fare festa. Oltre agli sci portavo sempre con me la mia inseparabile compagna di viaggio, la fisarmonica, per allietare la rumorosa compagnia. Sono state tante le gare in tutto l’arco alpino, compresa la nostra bella “Marciagranparadiso”. Oltre allo sci, ho praticato, da giovanissimo, un po’ di boxe senza particolari risultati. Quindi anche tanta bicicletta da corsa, ma la mia più grande passione è sempre stata la fisarmonica. Avevo otto anni quando ho conosciuto il maestro Emilio Chiri. Dotato di grande preparazione e competenza, tra l’altro era anche compositore, sua è la famosa “Campane fiorentine”, mi ha insegnato i primi rudimenti del mestiere.”

“Spesso quando andavo a lezione - ricorda con nostalgia Ugo Vallet - venivo fermato da qualche adulto, ne ricordo uno in particolare, José de Brenla, un Quinson, che mi invitava da “Gianotto” o da “Tomà”, locali dell’epoca che andavano per la maggiore, per suonare alcune canzonette per loro. Spesso arrivavo tardi alle lezioni oppure tardavo a rientrare a casa, preoccupando così i miei genitori. Ho suonato a tutte le feste del paese, dalle badoche ai balli al palchetto, oppure in serate organizzate in qualche sala di fortuna come i fienili oppure i magazzini magazzini. Oltre a me in paese a suonare la fisarmonica c’era solo Novello Battaglia che tra l’altro era l’organista della cantoria. Credo di essermi esibito in quasi tutti i paesi della Valle d’Aosta, mi spostavo con una Vespa 125, con ogni tempo ed in ogni condizione. Fisarmonica in spalla e via, qualche volta accompagnato da un amico che seduto sul sellino posteriore portava anche lo strumento. Suono ancora qualche volta la fisarmonica in casa, purtroppo, un recente ricovero in ospedale mi ha fatto perdere un po' di lucidità e a volte ricordo a fatica, piano piano però riesco ancora a strimpellare qualche pezzo. Negli ultimi anni mio figlio Luca mi ha fatto appassionare alla pittura. Sono bravo a disegnare, non lo nascondo: per dipingere bisogna anche e soprattutto sapere disegnare, perché se non si sa incorporare uno schema, non si riesce a dare un seguito. Con il tempo ho prodotto un bel numero di quadri che ora sono ben sistemati nel soppalco del locale esposizione che abbiamo creato all’interno della nostra officina di rue du Mont Blanc.”

Le giornate di Ugo Vallet scorrono più lentamente rispetto ai ritmi frenetici di un tempo. “Diciamo che sono delle giornate un po’ fastidiose, a volte mi sembra di sentire arrivare la fine del mondo, a questa età cosa vuoi pretendere e programmare, la strada non è poi ancora tanto lunga e prima o poi come si dice ci lasciamo le ghette! Fino a qualche mese fa, scendevo da casa sotto in officina dove ho ancora uno spazio tutto mio e dove ho voluto concentrare i ricordi di una vita, lavorativa e non. La voglia di mettere mano a qualche motore da riparare, sporcarmi d'olio e di grasso è però rimasta intatta, anche se il mio lavoro è cambiato ed adattarsi alle nuove esigenze è diventato difficile. E quando non so proprio cosa fare, spacco le noci, separando i gherigli dai gusci, le raccolgo nei vasetti per poi regalarle ad amici e conoscenti."

L'amicizia per Ugo Vallet non è una parola astratta: "L'amico lo si fa con la volontà, perché di amici ce ne possono essere tanti ma, spesso e sovente si tratta di amicizie finte, create solo per un secondo fine. Ho la grande fortuna di avere degli amici veri, sempre pronti a darci una mano, a condividere i momenti belli o brutti della vita”. Oggi Ugo Vallet è un uomo sereno ed appagato, ha raggiunto gli obiettivi che si era prefissato da giovane, si è tolto molte soddisfazioni, ha lavorato tanto, valorizzando anche i suoi passatempi e le sue passioni: vive circondato da una bella famiglia, trascorre le giornate sempre accompagnato e coccolato dalla sua Mariella.

Un ultimo pensiero lo vuole dedicare ai giovani, alla generazione di domani. "Purtroppo - conclude Ugo Vallet - vedo delle cose, degli aspetti legati al mondo dei giovani di oggi che, ad essere sincero, non mi piacciono per niente. Molti, per fortuna non tutti, vogliono fare i belloni, avere tutto senza fare il minimo sacrificio ma la vita senza i sacrifici non è vita! Le soddisfazioni più belle arrivano quando si lotta, quando ci si impegna, quando si combatte per ottenere dei risultati e raggiungere dei traguardi. Trovare tutto pronto e fatto, magari da altri, non dà senso alla vita, anzi ne mortifica l'orgoglio. Se posso permettermi di dare un consiglio alla soglia dei miei novant’anni dico ai giovani di oggi di trovare un lavoro, un lavoro serio, dignitoso e onesto. Qui in Valle d'Aosta ci sono ancora tante opportunità da sfruttare. Abbandonare tutto per andare magari all'estero e dunque per portare profitto in un paese, in una nazione che non è la nostra ebbene, non so quanto possa essere di riconoscimento anche per coloro che per difendere uno straccio di libertà hanno combattuto e perso la vita. Certo, i giovani devono essere messi nelle condizioni per potersi esprimere al meglio e tocca alla politica, a chi ci governa trovare strumenti e soluzioni idonee, ma sono certo che con la determinazione e la buona volontà tutti possono realizzare i loro sogni.”

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