Il lupo ha attaccato in alpeggio a La Thuile Sbranato un vitello di Patrick Jacquemod
Da Pont-Saint-Martin a Courmayeur, in Valle d’Aosta, come ormai dappertutto in Italia, il lupo spazia indisturbato alla ricerca di cibo. Che può essere fauna selvatica (in particolare caprioli, camosci, stambecchi in particolare) o animali di allevamento (bovini, capre e pecore in particolare).
Il lupo è una specie particolarmente protetta a livello nazionale e internazionale. E la legge parla chiaro: non si tocca! Ma vallo a spiegare a chi con l’allevamento ci lavora 365 giorni all’anno e si ritrova il lupo quale vicino di casa che fa “spesa” e, con assoluta tranquillità, se ne va lasciando in bella vista come sua abitudine parte del corpo del reato?
«Il lupo è protetto dalla legge? Ma se i nostri nonni lo hanno portato all’estinzione un motivo ci sarà stato? Com’è possibile pensare di continuare a gestire un alpeggio senza tensione quando sai che potresti un mattino trovarti un animale ucciso da questo predatore così come è successo a noi?».
Si sfoga così l’allevatore Patrick Jacquemod di La Thuile, titolare dell’alpeggio Orgère situato a 1.870 metri di altitudine nel vallone Chavanne (l’alpeggio si trova lungo il tratto dell’Alta via numero 2 che porta al colle omonimo, spartiacque con la Val Ferret di Courmayeur), dove pascola una mandria di 200 capi di bestiame di proprietà, tra bovini da latte, manzi e vitelli, e altri animali a lui affidati per l’estate in alpeggio da allevatori valdostani. E dove il lupo ha fatto visita uccidendo un vitello. La predazione è avvenuta nella notte di sabato scorso, 22 giugno. Ma solo all’alba l’allevatore e i suoi familiari se ne sono accorti.
«Quando ci siamo resi conto dell’accaduto - dice Patrick Jacquemod - abbiamo immediatamente avvisato la stazione forestale di Pré-Saint-Didier. Gli agenti hanno confermato che si è trattato dell’attacco di un lupo. E forse, aggiungo io, è lo stesso lupo che abbiamo visto avvicinarsi alla stalla alle tre del pomeriggio dello stesso sabato. Ma questa volta in pieno giorno!»
È molto arrabbiato Patrick Jacquemod, che conduce l’alpeggio insieme al padre Aurelio Jacquemod e alla moglie Monique Chabloz, perché, pur sapendo della presenza ormai certa dappertutto nella nostra regione di più branchi di lupi (si parla ormai di una quarantina di esemplari), non avrebbe mai pensato di vivere in prima persona (l’allevatore ha anche pubblicato la foto del vitellino morto sul proprio profilo social) questa esperienza.
«Fa male al cuore allevare una bestia per poi farsela mangiare dal lupo. - sono piene di tristezza le parole dell’allevatore di La Thuile (la famiglia Jacquemod è anche titolare dell’Agriturismo Le Lapin) - Io sono nato e cresciuto in questo ambiente. L’allevamento è il mio mondo, la mia passione. Nutro un profondo amore per la mia terra, di problemi però nel nostro lavoro ce ne sono già molti. È già così difficile andare avanti con la crisi che c’è, ma se di mezzo ci si mette anche la presenza del lupo, diventa tutto ancora più difficile. Oltre a gestire le nostre bestie, durante l’estate teniamo anche animali di altri allevatori. Nel caso specifico il lupo ha ucciso un vitello di nostra proprietà, ma se avesse predato un animale di un altro sarebbe stato come essere predati due volte. Questo, purtroppo, pochi lo capiscono, Tanto meno i difensori del lupo!».