Il legno, la caccia, la montagna. Addio a Renato Chenevier

Il legno, la caccia, la montagna. Addio a Renato Chenevier
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Il legno, la caccia, la famiglia e gli amici. Erano le grandi passioni di Renato Chenevier, scomparso martedì scorso, 25 gennaio, all’età di 78 anni. Nato il 29 agosto del 1943 nella casa di Villeneuve dove ancora oggi viveva con la famiglia, Renato Chenevier presto si incammina sul percorso che caratterizzerà tutta la sua vita, artigiano del legno. Lavora per diverse ditte e quindi per conto proprio: pavimenti, travature, rivestimenti. E nei ritagli di tempo fa pure lo spazzacamino e lo sgombero neve. Però per lui il legno è anche una «fissa» che va oltre il lavoro e per questo si cimenta con l’intaglio, confezionando piccole carriole e palette del burro, oggetti che arrivano fino alla Fiera di Sant’Orso sui banchi degli amici Carluccio Pallais, Valentino Dal Canton e Bruno Fabbri. Il 20 giugno del 1974 sposa Maria Dayné a Ozein, il villaggio del quale è originaria la sua compagna di una vita, con la quale ha due figlie, Christine nata nel 1977 e Josette, del 1992. Apicoltore, l’amore per la montagna e la caccia lo portano vicino alla natura. Il luogo del cuore è Poignon, la «montagna di casa» visto che è sopra Villeneuve. Ma Renato Chenevier conosce ogni angolo delle vallate del Gran Paradiso, Rhêmes e Valsavarenche. Negli anni Ottanta è il presidente della sezione cacciatori di Villeneuve, riceve il testimone dal suo grande amico Gianni Aime. Così come suo grande compagno di avventure era Oscar Rini, amico fraterno e mentore. Nel pomeriggio di giovedì scorso la famiglia e i tanti conoscenti gli hanno portato l’ultimo saluto.

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