Il lavoro, l’allevamento, la famiglia: si è spento Piero Porliod, uomo di valori saldi e autentici

Il lavoro, l’allevamento, la famiglia: si è spento Piero Porliod, uomo di valori saldi e autentici
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Il primo giorno di primavera, quando la natura torna a svegliarsi dopo il lungo sonno invernale, Piero Porliod, che quella natura tanto amava, ha chiuso gli occhi per sempre. Al tempio crematorio di Aosta giovedì scorso, 23 marzo, a portargli un ultimo saluto c’erano le tante persone che lo stimavano e tra loro svettavano i gonfaloni delle batailles de reines e della squadra di tsan del Nus, di cui era stato giocatore. Allevatore e operaio forestale, Piero Porliod era una persona buona e generosa, sempre pronta ad aiutare gli altri. Era nato a Nus il 17 giugno del 1958 da mamma Pierina Lerond e papà Camille, quinto di sette fratelli. Una famiglia numerosa e unita, che viveva di agricoltura e di allevamento. Così aveva fatto lui, curando una ventina di capi nella stalla di Mazod, una grande passione a cui dedicava il tempo libero dal lavoro nei cantieri forestali, dove con il passare del tempo era divenuto vice capo e poi caposquadra. L’altra sua grande passione era camminare in montagna, a Saint-Barthélemy, dove finché la salute glielo ha concesso praticava anche lo sci di fondo, e poi nel vallone di Saint-Marcel, dove il fratello Carlo - a cui aveva lasciato i suoi capi - conduce l’alpeggio con i tramuti di Fontillon e Sinsen. Instancabile, ha dedicato tutta la sua vita al lavoro e non si tirava mai indietro quando c’era da aiutare qualcuno, magari a fare i fieni o per qualsiasi altra attività in cui potesse rendersi utile. Dopo la chiusura dei cantieri forestali era rimasto disoccupato e aveva trascorso le estati negli alpeggi Arpetta e Arp Vieille di Teresio Barrel, in Valgrisenche, e aiutando il fratello Carlo con gli animali. Insieme al fratello e alla figlia Simona - nata nel 1982, un anno dopo il matrimonio con Emanuela Chasseur di Nus - portavano le loro bovine alle batailles de reines, cogliendo anche delle belle soddisfazioni.

Andato in pensione nel mese di novembre del 2019, nel febbraio del 2020 gli fu diagnosticato il tumore con cui ha dovuto lottare negli ultimi anni. Una battaglia che ha condotto con coraggio e dignità, senza lamentarsi mai e chiedendo una sola cosa alla figlia Simona: di non dover dire addio a questo mondo dal letto di un ospedale. Così ha trascorso l’ultimo periodo nella casa di Simona a Gignod, assistito con amore dalla sua grande famiglia fino al primo giorno di primavera. Lascia la moglie Emanuela, la figlia Simona con il compagno François Ansermin, i nipoti Sylvain e Vincent Mosquet, la mamma Pierina, i fratelli Anna, Emma, Teresa, Giusto, Aldo e Carlo, il cognato Celestino Perron e i nipoti - figli del fratello Carlo - Marcel, Sara e Nicole.

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