Il Lago Movida di Châtillon verso la chiusura: “Gravi inadempimenti”
Fa discutere la situazione del Lago Movida di Châtillon - locale iconico situato nella zona adiacente al laghetto vicino al fiume Marmore - che si appresta a chiudere i battenti. Si tratta di un luogo assai in voga in paese, poiché da anni rappresenta un punto di incontro molto frequentato dai residenti. «Un piccolo angolo di paradiso» lo hanno definito diversi utenti attivi sul Gruppo Facebook “Sei di Châtillon se…”, canale digitale dove emerge chiaramente l’amarezza dei cittadini mista ad un sentimento di grande nostalgia, a causa dell’ormai prossima chiusura del locale.
Una chiusura che si lega ad una situazione controversa, per la quale è stata anche aperta una causa legale. Nella mattinata di ieri, venerdì 14 aprile, il Comune ha rilasciato un comunicato in cui chiarisce la situazione sulla vicenda: «Il Comune di Châtillon ha deciso di non avvalersi dell’opzione di rinnovo e quindi di cessare la concessione dell’area attrezzata di proprietà comunale sita in località Bertina, alla naturale scadenza contrattuale del 25 maggio 2023. Si tratta dell’area destinata ad attività turistico-ludico-sportiva, principalmente destinata alla pesca sportiva, dove è attualmente operante l’attività di somministrazione alimenti e bevande nota con la denominazione di Lago Movida. Il Comune di Châtillon ha assunto tale decisione in conseguenza ai gravi e ripetuti inadempimenti manifestatisi durante il rapporto contrattuale, che hanno prodotto anche l’adozione di diversi provvedimenti sanzionatori da parte delle Autorità competenti nonché all’apertura di procedimento penale (per presunti reati edilizi-urbanistici) allo stato pendente».
La replica della famiglia Lucia, che da anni gestisce il complesso del Lago Movida con dedizione, è contenuta in una lunga lettera intitolata “Il sogno infranto” e scritta da Michel Lucia, volto del locale insieme al padre Giuseppe e ideatore del progetto. «Ripensando a quell’inverno a cavallo tra il 2016 e il 2017, mi viene da dire quanta strada abbiamo fatto in 5 anni, - scrive Michel Lucia - quanti sacrifici, quanti pianti, quante risate, quanta soddisfazione e quanta gioia ci ha portato questo percorso. Dovrei sentirmi felice, orgoglioso, realizzato eppure sento che sono stati fatti solo grandi passi indietro e mi porto ad oggi tanto rammarico e tanta rabbia per l’epilogo di questo progetto nato quasi per scherzo tra i banchi di scuola della quinta CAT di Châtillon». Stando a quanto scritto da Michel Lucia, prese forma così un progetto che ottenne «l’approvazione da parte della Regione di realizzare strutture amovibili in legno su quest’area, con consecutivo progetto approvato dall’ufficio tecnico comunale per realizzare la struttura principale. Questo “foglio” mi avrebbe poi permesso di avviare la mia attività, iniziano cosi finalmente nel 2017 i lavori per la realizzazione del progetto Lago Movida».
Il Lago Movida ben presto si è conquistato l’affetto dei residenti. «I ragazzi del paese trovavano nel Movida una zona di ritrovo, - prosegue Michel Lucia - un punto per passare l’estate in compagnia facendo grigliate, gustandosi un drink e passando del tempo in mondo spensierato in quel che stava diventando il lido di Châtillon». «Durante il caos della pandemia, decidiamo di apportare modifiche all’area per poter ripartire dopo il duro stop al meglio, portando cosi alla comunità un Movida nuovo e rinnovato; - prosegue Michel Lucia - questo perché io e la mia famiglia non abbiamo mai smesso di credere in questo posto e abbiamo investito ogni risparmio in quest’area per farla diventare sempre più bella e accogliente. Il nostro errore fu quello di realizzare delle opere in legno amovibili senza attendere il permesso del Comune che tra Covid, chiusure parziali degli uffici, deroghe nate ad hoc per la pandemia in ambito dehors, si faceva sempre più articolata e le procedure burocratiche di allora non molto chiare avrebbero fatto slittare l’apertura della stagione estiva. Non abbiamo mai ottenuto una risposta in merito a quello che davvero si potesse realizzare in quell’area. La nostra dedizione, amore e passione per questo angolo di paradiso ci ha annebbiato forse la ragione e mio padre ingenuamente ha costruito alcune aree senza rispettare l’apparato burocratico durante l’inverno della pandemia. Per questo motivo sia io che mio padre saremo pronti a prenderci le nostre responsabilità».
«L’aria inizia a cambiare dopo l’ascesa al potere di Camillo Dujany» prosegue la lettera di Michel Lucia, che definisce quella del sindaco Dujany «un’amministrazione che non ascolta ragioni». «Mio padre provò ad incontrare il Sindaco per capire come sistemare burocraticamente i lavori effettuati, ma purtroppo quest’ultimo non volle sentir ragioni. - prosegue Michel Lucia - Dopo svariate riunioni, incontri nei vari uffici regionali e comunali, rimbalzati di qui e di là come palline da tennis, arriva la doccia fredda. “Nella zona del Lago Movida non si può costruire nulla”. Zona ad alto rischio idrogeologico. Ma come lo scopriamo dopo 5 anni? Vari progetti approvati da parte dell’ufficio tecnico di Châtillon e nessuno sapeva che in quella zona non si poteva costruire nulla?».
Ad oggi dunque, le varie vicende legate all’appalto, unite al rischio idrogeologico del luogo hanno come risultato l’imminente chiusura dell’intero impianto. Quel che rimane - al di là dell’aspetto legale che spetterà agli organi competenti - è sicuramente il vuoto che la chiusura del Lago Movida andrebbe a lasciare all’interno di una comunità molto legata a questo luogo. E questo emerge proprio tra le strade del paese dove serpeggia un po’ di malcontento, vista l’importante funzione di aggregazione svolta dal Lago. Si tratta infatti di «un luogo unico nel suo genere», sempre stando agli accorati commenti dei cittadini, tra i quali si considera la possibilità di portare avanti una petizione a sostegno del Lago Movida.