Il grido di allarme dei neuropsichiatri in una lettera “Cresce la sofferenza psichica di bambini e ragazzi”
La pandemia ha fatto aumentare la sofferenza psichica di bambini e ragazzi. A lanciare l’allarme sono 188 neuropsichiatri infantili di Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria che hanno inviato una lettera ai presidente delle tre Regioni, agli assessori regionali competenti e ai difensori civici e garanti per l’infanzia.
«Desideriamo fortemente porre l’attenzione sulla grave situazione emergenziale che stiamo affrontando, situazione già in essere prima della pandemia ma ulteriormente e gravemente potenziata dal trauma sociale conseguente. - si legge nel testo - Questa lettera vuole essere un appello finalizzato a condividere consapevolezza su quanto sta accadendo ai minori in carico, alle loro famiglie già fragili, e a noi operatori, in termini di sofferenza e danno (perdita di salute) protratto nel tempo, e a trovare insieme strade da percorrere in un’ottica propositiva e costruttiva. Segnaliamo con preoccupazione quanto emerge dal confronto con Società Scientifiche Pediatriche che riportano per la fascia di età infantile un significativo incremento di segnali di allarme relativi a problemi di regolazione (sonno, alimentazione) e somatizzazioni, che sappiamo spesso preludere a forme di disagio giovanile più severe. In età preadolescenziale e adolescenziale registriamo una marcata sofferenza psichica testimoniata dalla crescita esponenziale degli accessi in Pronto Soccorso, delle richieste di ricovero e di visita urgente, richieste che conducono alla necessità di dare risposte immediate, volte non solo a fronteggiare l’urgenza ma a contribuire al percorso di vita e di crescita del ragazzo. Sappiamo infatti che il danno alla salute psichica che ora affrontiamo inciderà in modo significativo sulla salute globale dell’individuo, producendo conseguenze non soltanto nel periodo attuale, ma nei prossimi anni».
«La necessità presente da tempo di nuove forze in ambito neuropsichiatrico infantile e di una rimodulazione delle risorse e dei modelli di lavoro esistenti emerge in modo sempre più forte e ci conduce al bisogno di “superare a livello morale e professionale il distanziamento pandemico” per muoverci e suscitare un movimento verso nuove strade e nuove proposte. - prosegue la lettera dei neuropsichiatri - I Servizi hanno dovuto assistere negli ultimi anni ad un inarrestabile e preoccupante aumento dei disturbi psichiatrici nell’infanzia e nell’adolescenza. Stiamo assistendo ad un forte aumento delle patologie internalizzanti (ansia, depressione, fobie, ritiro sociale), dei disturbi dirompenti e delle patologie distruttive in tutte le sue forme (severi disturbi alimentari, autolesionismo) e della suicidalità, espressa e messa in atto in fasce d’età sempre più precoci. L’attuale emergenza pandemica e il trauma sociale conseguente si sommano alla grave crisi già esistente e ci obbligano ad evidenziare la necessità di un nuovo modello di lavoro, in grado di reggere sia la crisi pandemica di cui non si vede immediata fine, sia gli esiti psichiatrici con cui ci confronteremo nei prossimi anni».
I neuropsichiatri aggiungono proposte a breve e medio termine, chiarendo infine che «un piano di sviluppo nazionale nella pandemia e dopo la pandemia che non veda un rilancio e un potenziamento dei servizi di neuropsichiatria infantile è zoppo e miope prima di nascere».