Il Giro d’Italia “cancella” la Valle d’Aosta

Il Giro d’Italia “cancella” la Valle d’Aosta
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Cominciata male è finita ancora peggio. Dopo l’altalena di polemiche e di notizie sull’apertura o meno del colle del Grand San Bernardo, la rinuncia degli svizzeri a pulire la strada e la soluzione alternativa individuata per salire almeno alcuni tornanti dopo il borgo di Saint-Rhémy entrando nel tunnel da un ingresso laterale, è arrivata alle 10.52 di ieri, venerdì 19, la notizia ufficiale - sicuramente inattesa e sorprendente - che il Giro d’Italia non sarebbe transitato in Valle d’Aosta. La pioggia e la poca voglia dei corridori di affrontare una tappa di montagna sotto l'acqua dopo tanti giorni di maltempo hanno fatto saltare l'attraversamento del Giro per 78 chilometri in una regione che si era tinta di rosa per accogliere la corsa da Pont-Saint-Martin al tunnel del Gran San Bernardo. Il direttore della manifestazione Mauro Vegni ha sottolineato che in una riunione a Borgofranco i ciclisti hanno chiesto l'applicazione del protocollo per le condizioni meteo estreme, l’organizzatrice Rcs ha accettato a condizione di tutelare le ultime 2 salite del finale di tappa. Così c’è stata partenza fittizia da Borgofranco sino al chilometro 0 e poi tutti su macchine e pullman delle squadre sino a Le Chable nel Vallese per affrontare 75 chilometri con la salita ad oltre 2.100 metri alla Croix de Coeur, discesa su Aproz e Sion e arrivo a Crans Montana come previsto.

La delusione in Valle d’Aosta è stata tanta per i paesi che si erano abbelliti e tinti di rosa e per i tanti appassionati che aspettavano carovana pubblicitaria e corsa sulle strade, al traguardo volante di Nus e sulla salita verso il Gran San Bernardo con tanto di quartiere tappa improvvisato e non ufficiale a Saint-Rhémy-en-Bosses, dove il sindaco Alberto Ciabattoni non le ha certo mandate a dire: “Siamo veramente rammaricati, in molti hanno lavorato per garantire il passaggio al Giro d’Italia, penso in particolare al personale dell’Anas che ha fatto un magnifico lavoro per aprire la strada da Saint-Rhémy al colle. E’ chiaro che il sentimento è quello di una Valle d’Aosta che conta ben poco, con Regione non contiamo e questa è la dimostrazione. Prima abbiamo perso la “Cima Coppi” e poi addirittura la tappa. La non partenza è proprio una delusione che difficilmente viene assorbita dalla comunità locale. Però da questa delusione enorme bisogna rilanciare e a questo punto che si sia un confronto diretto tra la Regione e la Rcs”.

Peccato anche per maestri di sci che si erano dati appuntamento in piazza Chanoux per salire a Etroubles e a Saint-Rhémy. Oltre il danno della pioggia, anche la beffa. C'era il tradizionale clima di festa a Pont-Saint-Martin dove il Giro partì il 3 giugno 1995 verso Luino con Tony Rominger in rosa e a Verrès dove sotto la pioggia il Giro ebbe il via il 1° giugno 1997 verso Borgomanero con Ivan Gotti padrone della corsa rosa. A Saint-Vincent si ricordano i 13 arrivi e le 18 partenze molte dovute alla grande amicizia tra gli scomparsi Giuseppe Guarisco e Vincenzo Torriani. Ad Aosta in corso Battaglione vinse Gianni Bugno il 2 giugno 1996 e il giorno dopo si transitò per l'ultima volta al tunnel nella Aosta-Losanna vinta dall'ucraino Alexander Gontchenkov con il russo Pavel Tonkov in maglia rosa.

C'era già amarezza per la cancellazione della “Cima Coppi” (ora le Tre Cime di Lavaredo) al colle del Gran San Bernardo dove nel 1957, con Fausto Coppi spettatore al passo, transitò per primo il lussemburghese Charly Gaul con vittoria di tappa del francese Louison Bobet, beffato alla fine del Giro per soli 19 secondi da Gastone Nencini, quarto al Grande.

Nel gruppo dei corridori sono in pochi a ritenere che la corsa potesse partire e sul fatto che non ci fossero le condizioni per l'applicazione del protocollo estremo. Sembra che 19 squadre su 22 siano state d'accordo per chiedere di accorciare la tappa.

Sono stati comunque un grande autogol e una brutta vetrina per la credibilità di uno sport meraviglioso come il ciclismo. Protagonista della minitappa elvetica, orfana della Valle d’Aosta, è stato un atleta che sulle nostre strade ha vinto tanto, il francese Thibault Pinot, primo al Gran Premio della Montagna della Croix de Coeur, nuovo leader degli scalatori e poi secondo a pochi metri dal colombiano della Movistar Einer Augusto Rubio Reyes, con terzo l'ecuadoregno Jefferson Cepeda e tutti gli uomini di classifica praticamente insieme a controllarsi.

«Abbiamo appreso con grande dispiacere e all’ultimo minuto della decisione riguardante la modifica della tappa del Giro d’Italia che di fatto non prevede il transito dei corridori nella nostra regione. - hanno dichiarato il presidente della Regione Renzo Testolin e l’assessore al Turismo Giulio Grosjacques - Spiace soprattutto per i disagi causati alla popolazione per la sospensione della circolazione, richiesta dall’organizzazione del Giro per la sicurezza della corsa. La nostra regione risulta particolarmente penalizzata dalla modifica del programma di oggi, dopo mesi di lavoro preparatorio che ha coinvolto, oltre alle strutture regionali, molti altri soggetti, tra cui le forze dell’ordine, l’Anas, la società Sistrasb, la Protezione civile, i Vigili del fuoco e tutti i Comuni interessati dal percorso.».

Oggi, sabato 20, si riparte da Sierre verso il Sempione per una settimana di grandi montagne con Geraint Thomas della Ineos maglia rosa con vicinissimo il favorito sloveno Primoz Roglic a 2 secondi e il portoghese Joao Almeyda a 22" con Damiano Caruso quinto e in piena corsa per il podio.

Al "Processo alla tappa" Cristian Salvato presidente dei corridori professionisti italiani ha chiesto scusa ai tifosi e agli organizzatori della Rcs Gazzetta dello Sport. Da parte sua il grande Eddy Merckx, 3 volte vincitore al Giro in Valle d’Aosta tra il 1968 e il 1973, ha detto: «Se la pioggia e il vento sono un problema allora andate tutti a giocare a carte, a casa».

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