Il Cral Cogne non rispetta l’ordine di sgombero e punta alla trattativa

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«Una cosa per il momento è certa: le attività andranno avanti». Parola di Giorgio Giovinazzo, presidente del Ccs Cogne di corso Battaglione Aosta che, come aveva annunciato, domenica scorsa, 10 marzo, non ha rispettato l’ultimatum della Regione che gli intimava di sgomberare i locali per motivi di sicurezza. «Abbiamo fatto le nostre valutazioni con i Presidenti di Sezione - afferma Giorgio Giovinazzo - e tutti hanno espresso la volontà di resistere perché non sussiste il pericolo di un cedimento della struttura, quindi cercheremo di salvare il salvabile». Tuttavia si fa strada anche la voglia di collaborare con la Regione, «Magari con la proposta di una struttura che a noi possa andar bene, ed è ciò che valuteremo in questi giorni. - ammette Giorgio Giovinazzo - Siamo disponibili a cercare un accordo, perché questa è una guerra che non porta da nessuna parte».

Nel Palazzo Cogne, però, tira aria di smobilitazione, dato che la lettera di sgombero è arrivata pure alle Associazioni, in tutto una ventina, che hanno i loro uffici nel lato dell’edificio che si affaccia su via Giorgio Elter. «Abbiamo abbandonato la sede da lunedì scorso, 11 marzo, - dice un iscritto a una di queste associazioni che, però, vuole rimanere anonimo - e a maggio, come ha proposto la Regione, ci trasferiremo negli uffici a piano terreno nel palazzo di piazza Narbonne, dove una volta si distribuivano i buoni della benzina. In un primo tempo dovevamo andare in via Porta Pretoria poi hanno cambiato luogo, e devo dire che per noi va benissimo». Poi un amaro ricordo del tempo che fu: «Da quando la Cogne ha ceduto il palazzo alla Regione, non ricordo di aver visto più fare un po' di manutenzione come invece avveniva prima. Cinque anni fa hanno rinforzato le piastre di marmo della galleria che dà su corso Battaglione Aosta. Ora mi chiedo il motivo di tale intervento, visto che già allora dicevano che l'edificio era da sgomberare... Soldi buttati?».

L'emporio “Casa Felice” gestito da Pengyu He con la famiglia si trova sotto i portici del Cral Cogne. «Dovevamo cessare l’attività entro domenica scorsa, 10 marzo, e consegnare le chiavi, però abbiamo chiesto ancora una settimana di proroga per la svendita della merce. - dice con tristezza - Non sappiamo davvero dove andare, dato che non esiste un luogo grande come questo, pertanto ci stiamo rimettendo un bel po' di soldi. Sono circa cinque anni che siamo qui e, dopo tanti sacrifici, avevamo un bel giro di clienti. Adesso dovremo ricominciare da capo». Anche Pengyu He non crede che sussista il pericolo di crolli «Quindi mi chiedo quale sia il motivo di questa chiusura forzata. Sono davvero disorientato e lo sono anche i nostri clienti più affezionati perché perderanno un punto per i loro acquisti a prezzi contenuti... Per ora lasceremo qui la merce che verremo a ritirare in un secondo tempo».

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