Il Consorzio Mère des Rives custode dell’antico legame tra Aosta e l’acqua

Il Consorzio Mère des Rives custode dell’antico legame tra Aosta e l’acqua
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Martedì prossimo, 11 aprile, il Consorzio Mère des Rives immetterà dal Buthier l’acqua nei propri canali, un evento un tempo atteso e salutato con gioia dall’intera popolazione del capoluogo che sarebbe opportuno tornare a celebrare visto che Aosta è una città molto legata all’acqua, considerato quanti rus l’attraversano e quanto benessere l’acqua ha creato per secoli, alimentando mulini, fucine e segherie, consentendo di irrigare prati, campi e frutteti oggi quasi tutti un ricordo, permettendo l’abbeveraggio degli animali e la pulizia delle vie, delle case e pure delle persone, anche perché non sono un ricordo lontano le donne che si trovano giornalmente ai lavatoi di via Antica Zecca e di piazza Roncas con i mastelli e l’acqua che scaldava sopra i fornelli. Un passato di acqua che sarebbe bello riproporre anche con una finalità turistica, destinata pure agli aostani che poco conoscono del passato della propria città e che attraverso una passeggiata lungo i canali potrebbero riappropriarsi di angoli di Aosta pressoché invisibili: è questa sicuramente un’interessante idea del nuovo direttivo del Consorzio Mère des Rives che dovrebbe raccogliere il favore dell’Amministrazione comunale, proprio per valorizzare uno degli aspetti culturali di Aosta meno noti e dalle notevoli potenzialità.

A fine febbraio l’assemblea dei 270 soci della Mère des Rives ha votato il nuovo direttivo, che a sua volta martedì 7 marzo ha confermato alla presidenza Luciana Castiglion, affiancata dal vice Silvano Maison. I consiglieri sono Jean-Claude Aiazzi, Luigi D’Aquino, Carmela Macheda, Elisabetta Tubère e di designazione comunale Sara Burgay, con revisori dei conti Cristina Corno, Elisa Verraz e Monique Vicquery e segretario Michael Ghignone.

Quella che per Aosta è la madre di tutti i ruscelli capta la sua acqua attualmente nello scarico della centrale della CVA di Signayes sul Buthier, derivando inizialmente il Ru Meyran che attraversa la zona dell’Ospedale. Successivamente a fianco a viale Federico Chabod la Mère des Rives si divide in Ru de Ville per la “cité” e in Ru du Bourg per il borgo di Sant’Orso. Menzionato per la prima volta nel 1191 il Ru de Ville, insieme alla Mère de Rives, al Ru Meyran e al Ru du Bourg, con tutte le loro successive diramazioni, alimentava attraverso oltre 20 salti decine di attività produttive, principalmente appunto mulini, frantoi, segherie e fucine, ma anche pastifici, tintorie, la conceria Balla, senza dimenticare l’acqua fornita alle caserme militari. L’ultimo opificio in funzione fu il Mulino Pavetto all’angolo di piazza Roncas con via Tourneuve, le cui sale ospitano il ristorante stellato Vecchio Ristoro, conservando la vecchia pala e le antiche macine, così come costituiscono una bella testimonianza tutte le attrezzature recuperate da Emiro Marcoz del Mulino Secondino di via Vevey, passato in proprietà ai Charrère che con lungimiranza le preservarono, ora sede dell’affascinante cantina dell’azienda vinicola Tanteun e Marietta.

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