Il consiglio di amministrazione di Finaosta è decaduto

Il consiglio di amministrazione di Finaosta è decaduto
Pubblicato:
Aggiornato:

Dopo le dimissioni inaspettate del consigliere Vivien Charrey (foto) formalizzate nella mattina di giovedì 19 marzo il consiglio di amministrazione di Finaosta «è da ritenersi cessato». E' quanto si legge in una nota del vertice della finanziaria regionale diffusa nel pomeriggio di ieri, venerdì 20.

«A seguito di un confronto tra gli organi sociali della Finaosta spa e il referente della Regione Autonoma Valle d'Aosta - il testo della nota - si è ritenuto opportunamente applicabile quanto previsto dall'articolo 17 comma 6 dello statuto sociale, per cui il consiglio di amministrazione è da ritenersi cessato. Il referente regionale ha rassicurato sull'immediata attivazione della procedura per poter procedere al più presto alla nomina di un nuovo consiglio di amministrazione, della quale si prenderà atto in sede assembleare». «Fino alla data dell’Assemblea l’attuale consiglio di amministrazione resterà in carica assicurando la piena operatività aziendale» si legge ancora nella nota, rassicurando quindi sulle misure anticrisi che lunedì prossimo dovrà varare il Consiglio Valle.

Già ieri la Regione ha pubblicato un avviso per cercare 3 componenti, tra i quali un presidente, per ridare una guida alla società entro 6 giorni. Tempo fino a giovedì prossimo, 26 marzo, per presentare le candidature. A questi 3 se ne dovranno aggiungere altri 2: uno sarà il «dirigente di raccordo» con l’Amministrazione regionale per il quale non è necessario un bando, l’altro è nominato d’intesa con la Camera di commercio.

Il cda decaduto era formato dal presidente Andrea Leonardi, da Nicola Rosset (presidente della Camera di commercio) e da Vivien Charrey (dimissionario da giovedì 19 marzo) e resterà operativo fino alla nuova nomina. La dirigente regionale Stefania Fanizzi si era dimessa per opportunità perché nominata segretaria generale della Regione mentre a gennaio aveva lasciato Caroline Togniettaz. Poi, giovedì scorso, 19 marzo, le dimissioni per «motivi personali» di Vivien Charrey, 43 anni di La Salle, dalla carica di consigliere di amministrazione, lasciando soli Andrea Leonardi e Nicola Rosset al vertice della finanziaria. Caroline Togniettaz e Stefania Fanizzi non erano state sostituite dalla Giunta regionale perché l’Esecutivo è in regime di ordinaria amministrazione.

La bufera sulla finanziaria regionale era cominciata nelle scorse settimane con la nomina di Paolo Giachino a direttore generale, nomina confermata lunedì 16 marzo, dopo la verifica dei requisiti. In quella sede il via libera del consiglio di amministrazione è arrivato con il voto contrario del presidente Andrea Leonardi. Hanno votato a favore gli altri 2 componenti: Nicola Rosset (presidente della Chambre) e Vivien Charrey. Il nome di Paolo Giachino era stato individuato nell'ambito di una selezione pubblica. Lo scorso 2 marzo il cda aveva deliberato a maggioranza la proposta di nomina. Paolo Giachino è stato dipendente di Finaosta dal 1993 al 2001, poi è approdato nel gruppo idroelettrico regionale Cva, prima come direttore commerciale, quindi direttore generale e infine amministratore delegato.

La sua attività in seno alla società pubblica si è interrotta nel maggio del 2018, poche settimane dopo che il suo nome era emerso dalle carte dell'inchiesta su episodi di corruzione in Valle d'Aosta. Il manager era stato intercettato con l'ex presidente della Regione, Augusto Rollandin, in un colloquio riguardante la strategia per rimuovere dall'incarico l'attuale presidente della Compagnia valdostana delle acque, Marco Cantamessa.

Per «dirimere, soprattutto nell'opinione pubblica, ogni ragionevole dubbio in merito al percorso seguito sulla nomina di Giachino», lo stesso presidente della Regione, Renzo Testolin aveva chiesto al presidente della finanziaria Andrea Leonardi di «relazionare sulla correttezza della procedura» e di confermare l’«insussistenza» di situazioni che possano «compromettere la legittimità della scelta».

Le polemiche politiche sulla nomina non sono mancate: «Mi auguro che chi ha contribuito alla conferma della designazione abbia ben valutato la definizione di rischio reputazionale» aveva affermato il consigliere regionale Stefano Aggravi (Lega Vallée d'Aoste).

In una nota il movimento e il gruppo consiliare della Stella Alpina ricorda che «nel 2016 il Consiglio regionale, massimo organo del socio, ne aveva richiesto la rimozione da Direttore Generale della Cva per il venir meno del rapporto fiduciario a seguito della vicenda delle turbine cinesi e nel 2017 il rapporto di lavoro con la Cva è stato bruscamente interrotto a seguito dei gravi fatti intervenuti a tutti noti». «La scelta di Paolo Giachino alla Direzione generale di Finaosta lascia esterrefatti» è il commento del movimento Mouv'.

«Le dichiarazioni di alcuni movimenti od esponenti politici degli ultimi giorni sono quantomeno fuori luogo ed estemporanee» dichiara invece in una nota l’Union Valdôtaine, che aggiunge: «Il fatto di mettere in discussione una nomina tecnica fatta da Finaosta, peraltro sulla base di un bando e dall'analisi di curricula professionali indiscutibili, è veramente deplorevole nel momento storico che viviamo».

Infine il gruppo Alliance Valdôtaine «memore anche della mozione di sfiducia votata dal Consiglio regionale nel 2016, ritiene che vadano fatte le opportune verifiche in merito alla regolarità e all'opportunità di tale nomina, come peraltro già richiesto dagli Assessori di Alliance Valdôtaine».

Abbonamento Digitale La Valléè
Archivio notizie
Dicembre 2024
L M M G V S D
 1
2345678
9101112131415
16171819202122
23242526272829
3031