Il Comune rinuncia al nuovo Palaghiaccio: «Costa troppo»

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Il nuovo Palaghiaccio di Aosta non si farà. L'intervento, del costo stimato in 14 milioni di euro, avrebbe dovuto ricorrere a un project financing privato, con la parziale copertura con 1,5 milioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Il progetto, ha annunciato in Consiglio comunale giovedì scorso, 23 marzo, l'assessore ai Lavori pubblici Corrado Cometto, è troppo dispendioso e non ha la copertura economica. Anche per il vicino maneggio, sempre in regione Tsambarlet, bisognerà trovare una nuova forma di finanziamento: il Comune ha partecipato a un altro bando del Pnrr, ma non è stato ammesso alla graduatoria di finanziamento.

In una nota Forza Italia, rappresentata in Consiglio comunale da Paolo Laurencet e Renato Favre, attacca: «La politica degli annunci della Giunta Nuti si è rivelata con le gambe corte e, nel corso del Consiglio comunale, ha presentato un conto salatissimo ad Aosta e agli aostani. Purtroppo. Dopo aver annunciato ai 4 venti e in pompa magna “progetti strategici” per il futuro della città come quelli per la realizzazione di un nuovo Palaghiaccio e per la riqualificazione dell’area ormai abbandonata del maneggio, nel giro di appena qualche minuto si è scoperto che entrambi gli interventi non si faranno per la mancanza della necessaria copertura economica. Circostanza gravissima, ancor più grave se si considera che, per quanto concerne il Palaghiaccio, il Comune di Aosta perderà il finanziamento di 1,5 milioni di euro proveniente dal Pnrr». Per quanto riguarda il maneggio, invece, Forza Italia sottolinea che «Dopo aver annunciato fino ad appena qualche settimana fa l’intenzione di riqualificare la struttura attraverso risorse del Pnrr» si è scoperto che «Queste risorse mai arriveranno perché la Giunta Nuti ha già partecipato a uno specifico bando Pnrr nel 2022, non venendo però inserito in graduatoria. Peccato soltanto che nessuno dall’Hôtel de Ville si fosse ricordato di comunicare questo piccolissimo dettaglio. Almeno fino a a giovedì scorso. Nel frattempo, sulla nuova scuola annunciata a Porossan tutto tace ormai da quasi 2 anni e sugli interventi di pedonalizzazione e riqualificazione delle piazze dell’Arco d’Augusto e della Repubblica incombe la mancanza di fondi certi per avviare e per portare a completamento i lavori». La nota di Forza Italia termina con una domanca: «Su chi ricadono le responsabilità politiche di questo flop?».

Tensioni in maggioranzaLa questione dell'assenza di donne nella Giunta regionale valdostana è stata affrontata in Consiglio comunale di Aosta, spaccando il Progetto Civico Progressista, all'opposizione in Consiglio Valle e in maggioranza nell'assise cittadina. L'ordine del giorno sul tema presentato dai consiglieri Diego Foti e Luciano Boccazzi di Area Democratica-Gauche Autonimiste, una delle forze che compongono il Pcp, è stato bocciato raccogliendo soltanto i 2 voti favorevoli dei proponenti. Ci sono stati 10 voti di astensione (Forza Italia, La Renaissance e 4 consiglieri del Pcp) e 13 voti contrari (Union Valdôtaine, Alliance Valdôtaine, il sindaco Gianni Nuti e la vicesindaca Josette Borre), mentre l’assessore all’Ambiente, alla Pianificazione territoriale e alla Mobilità Loris Sartore non ha votato. Il testo dell'iniziativa, non approvato, voleva far sì che il Consiglio comunale di Aosta auspicasse che fossero create «Le condizioni culturali, legislative e amministrative affinché non si verifichino situazioni di rappresentanza monogenere nelle giunte regionali» e che fossero «Garantite reali pari opportunità di accesso al Consiglio regionale attraverso una rinnovata legge elettorale». Caustico il commento di Valle d'Aosta Aperta, coalizione che riunisce Area Democratica-Gauche Autonomiste, Adu Vda-Sinistra italiana e il Movimento 5 stelle: «Abbiamo assistito ad uno spettacolo indegno, in cui Pd e Rete Civica si astengono, votano contro o persino si assentano pur di non votare. Tutto pur di non far arrabbiare l'Union Valdôtaine». Il gruppo consiliare della Lega Vallée d’Aoste rincara la dose: «Abbiamo assistito a un vero e proprio teatro dell’assurdo. Chi, da sempre, si è fatto paladino delle pari opportunità, della rappresentanza di genere e della necessità di avere più donne nelle posizioni apicali ha votato contro (o si è astenuto)».

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