Il caso sfiora il Consiglio Valle, scoppia la bagarre in Aula

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L'Ufficio di presidenza del Consiglio Valle in una nota «deplora, all'unanimità, l'atteggiamento tenuto da alcuni consiglieri nel corso dell'adunanza consiliare» di mercoledì scorso, «con espressioni ingiuriose e gesti volgari e inequivocabili». «A tutela dell'immagine del Consiglio e dei consiglieri tutti», l'Ufficio di presidenza «richiama al senso di responsabilità di ciascuno invitando alla tenuta di comportamenti consoni al ruolo e alla dignità dell'Aula. Invita altresì i consiglieri coinvolti a formalizzare una dichiarazione scritta di scuse, fermo restando che, qualora si ripetessero tali situazioni sconvenienti, si procederà rigorosamente a termini di regolamento, finanche all'espulsione ove necessaria».

Presa di posizione che arriva dopo la bagarre che si è scatenata in aula nella mattinata di mercoledì scorso, 19 giugno. Con un’interrogazione a risposta immediata Andrea Manfrin, capogruppo della Lega, chiedeva la «Verifica delle procedure di presa in carico dei pazienti pediatrici presso l’ospedale Beauregard». Inevitabilmente l’attenzione va alla scomparsa di Lucie Boch sulle cui circostanze è in corso un’indagine aperta dalla Procura. L’assessore alla Sanità Carlo Marzi chiede che l’iniziativa sia dibattuta in seduta segreta. «Richiamerei l’attenzione circa le richieste fatte in questa interrogazione all’Assessore competente - replica Andrea Manfrin - per conoscere se sia stata effettuata una verifica circa le procedure di presa in carico dei pazienti pediatrici al fine di evitare il ripetersi di tali tragedie». Intervento coperto dalle proteste del presidente del Consiglio Alberto Bertin e dal rumoreggiare degli altri consiglieri. «Vogliamo capire le procedure di presa in carico dei pazienti, non ci sono riferimenti a persone. - prosegue Manfrin - Qualcuno dovrebbe spiegare quali sono le motivazioni per usare la segretezza. O avete qualcosa da nascondere, non volete rispondere alla comunità valdostana, ed è un conto, altrimenti c’è la possibilità di spiegare». Quindi la situazione precipita, volano parole grosse, «Sciacallo!» , «Fai schifo!», in particolare diventa rude il confronto tra Manfrin e il consigliere Fp-Pd Andrea Padovani, con espressioni irripetibili.

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