Il Casinò di Saint-Vincent compie settantacinque anni Nuovo programma di maggioranza, ipotesi privatizzazione

Il Casinò di Saint-Vincent compie settantacinque anni Nuovo programma di maggioranza, ipotesi privatizzazione
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Compie 75 anni di vita il Casinò de la Vallée di Saint-Vincent, una delle quattro case da gioco presenti sul territorio italiano.

Alle 21 precise del 29 marzo 1947 nel Grand Hôtel Billia il capo tavolo Robert Semeghini diede il fatidico annuncio «messieurs, faites vos jeux». Tre clienti indicarono le loro puntate. Si trattava di un industriale tessile biellese, un avvocato casalese e un commerciante di Torino, dei quali la discrezione dei croupier impedì venissero tramandati i nomi. L’impiegato Antonio Rolleri prese la pallina d’avorio, diede al cilindro della roulette una spinta in senso orario e avviò in senso opposto la sfera. Dopo alcuni giri la pallina superò le barriere a losanga, rimbalzò e saltellò sulle caselle per fermarsi su quella contrassegnata dal numero 9. «Neuf, rouge, impair et manque». La casa da gioco era entrata nella storia imprenditoriale della Valle d’Aosta. In quel periodo presidente della Regione era Severino Caveri che «ereditò» le decisioni assunte da Federico Chabod il quale emanò il 3 aprile 1946 il decreto di apertura del Casino de la Vallée. Si trattò di una decisione cui diede impulso il sindaco di Saint-Vincent Elia Page. La consentivano i poteri speciale riconosciuti alla Regione Valle d’Aosta e la giustificavano la necessità di rafforzare le capacità di sviluppo turistico della Regione e del Comune di Saint-Vincent in particolare.

La storia del Casinò è stata caratterizzata dall’indiscusso valore economico che ha rappresentato per molti anni, con un picco all’inizio degli anni Ottanta quando venne di fatto raddoppiata la capacità produttiva della casa da gioco e dell’albergo. E’ stata anche una storia in cui glamour, cultura, mondanità e sport si sono incontrati nelle numerose iniziative promosse dall’azienda, fra tutte le Grolle d’Ora del Cinema italiano, il Premio di Giornalismo, un Disco per l’Estate. Dal 1° gennaio 2003 la gestione è affidata a Casino de la Vallée spa, società a capitale interamente pubblico (99 per cento Regione e 1 per cento Comune di Saint-Vincent).

Nonostante una costante evoluzione dell’offerta di gioco - anche con una forte presenza di giochi elettronici sempre aggiornati - e gli importanti investimenti realizzati, negli ultimi 10 anni la crisi ha progressivamente toccato la casa da gioco, come in generale tutto il mercato dei casinò. Dal 2021 in concordato preventivo, è in corso una profonda ristrutturazione che ha consentito all’azienda di superare una fase di grave difficoltà finanziaria.

Ipotesi privatizzazione

«Se le cose andranno bene tra 2 anni chiuderemo il percorso del concordato. - dichiara Luciano Caveri assessore regionale alle Società partecipate - Legittimo che sul tavolo vi siano o la gestione pubblica - che nacque in una situazione particolare - o quella privata, che ha caratterizzato larga parte dei 75 anni della Casa da gioco. Mi pare che la discussione debba essere fatta con calma e buonsenso, perché di emergenze ne abbiamo già a sufficienza. Intanto per poter far questi discorsi bisogna proseguire il cammino, che non sarà mai facile, di pagare i debiti». Circostanza confermata dall’assessore regionale Luigi Bertschy: «La privatizzazione è uno dei punti in discussione sul nuovo programma. Se ne parla ovviamente dopo il concordato».

«Sono contento che ogni tanto si evochi mio zio Severino, troppo spesso dimenticato rispetto al ruolo essenziale svolto nella storia valdostana. - aggiunge Luciano Caveri - Il Casinò de la Vallée fu importante per le finanze regionali per tanti decenni ed è stato fonte di sviluppo turistico e serbatoio occupazionale. Ora esce - con decadi regolarmente versare nelle casse regionali - da un periodo complesso e bisogna vigilare sul suo futuro, considerandola una risorsa da non sprecare. Ringrazio tutta la dirigenza e il personale della Casa da gioco che ha dimostrato impegno e ha fatto sacrifici per il bene dell’azienda. Bisogna credere nelle prospettive future, rendendo sempre più solido il Casinò anche attraverso un’offerta sempre più allettante anche del Billia e del centro congressi, avendo un’attenzione generale al Comune di Saint-Vincent che lo ospita».

«Tutele per il personale»

«Al momento nessuno ci ha ufficialmente comunicato la decisione di andare verso la privatizzazione del Casinò. - afferma Claudio Albertinelli segretario del Savt - Se questa sarà la strada che i rappresentanti della proprietà decideranno di voler percorrere, sarà sicuramente necessario aprire un confronto con le parti sociali e discutere delle eventuali condizioni e soprattutto delle necessarie tutele per il personale. Di certo non vi è una chiusura a priori. Tutte le ipotesi meritano di essere esplorate.

Privatizzazione o no, la cosa certa è che bisogna iniziare a discutere di quale sarà il modello di casinò del post concordato. Il tempo a disposizione sembra tanto, in realtà passa veloce e le tematiche da affrontare sono piuttosto delicate. E' fondamentale, ad esempio, definire quale sarà il trattamento contrattuale del personale e quale modello organizzativo si vuole percorrere. Facendo tutti gli scongiuri del caso, il peggio sembra essere ormai alle spalle e bisogna iniziare a progettare il futuro senza perdere tempo prezioso».

Concordato, le tappe

«Stiamo concludendo un mese di marzo che conferma l’allineamento al piano concordatario. - dichiara l’amministratore unico Rodolfo Buat - Tuttavia, non si può ignorare una certa timidezza del mercato a fronte della grave crisi internazionale e dei riflessi sui costi dell’energia. E’ una situazione che ha portato soprattutto a un rallentamento delle presenze e degli introiti dei giochi elettronici dove è più presente una clientela di prossimità. Mantengono un profilo accettabile i giochi lavorati, nonostante la riapertura di Campione che non ha avuto in realtà un grande impatto per noi.

L’uscita dalle restrizioni Covid può offrire qualche possibilità di recupero, ma limitate. In questi mesi comunque abbiamo potuto offrire un’offerta adeguata nonostante le restrizioni.

I prossimi mesi saranno ancora concentrati sulle importanti scadenze del concordato: nel mese di maggio vi sarà il secondo tentativo di vendita degli immobili cosiddetti no core e, cosa importantissima, il pagamento dei crediti privilegiati e in prededuzione. Un appuntamento che proprio nel 75esimo anniversario consente di guardare con fiducia e impegno al futuro».

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