Il «campo largo» delle sinistre che vince in Italia non «fa breccia» tra i progressisti in Valle d’Aosta

Il «campo largo» delle sinistre che vince in Italia non «fa breccia» tra i progressisti in Valle d’Aosta
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Sembra sempre più improbabile che nella nostra regione si veda un «campo largo» di forze europeiste e progressiste. Il progetto, ideato dal segretario nazionale del Partito Democratico Enrico Letta, è riuscito a condurre alla vittoria il centro sinistra nelle ultime elezioni amministrative, tanto da conquistare anche delle storiche roccaforti avversarie, come la leghista Verona e Catanzaro. Si tratta quindi, a rigor di logica, di una strategia positiva, che in Valle d’Aosta non è stata lanciata dal Pd, ma da Rete Civica.

«Non ci piace utilizzare il termine “campo largo”, preferiamo chiamarlo polo progressista. - commenta Elio Riccarand, referente di Rete Civica - In Valle d’Aosta questa visione dovrebbe essere non solo alternativa alle destre, ma anche agli autonomisti. Questo polo potrebbe contare sul 25 per cento dell’elettorato, ovvero su di una percentuale che toglierebbe la sinistra valdostana dalla sudditanza autonomista, così da diventare trainante nella nostra regione. Solo che per farlo bisogna avere la capacità di immaginare qualcosa che per adesso non esiste, un compito non facile.»

Non è dello stesso avviso colui che dovrebbe essere il diretto interessato alla creazione di un «campo largo» regionale, ovvero il segretario del Pd valdostano Luca Tonino. «Con una forza al 25 per cento non si diventa trainanti e non si vincono le elezioni. Con tale percentuale non si può parlare di “campo largo” perché in tutta Italia il centro sinistra ha vinto superando il 50 per cento dei consensi. In Valle d’Aosta i progressisti non possono rinunciare al dialogo con gli autonomisti se vogliono vincere - sostiene Luca Tonino - perché se puntiamo ad arrivare al 25 per cento rischiamo di rimanere fuori dai giochi. Inoltre, se si farà una nuova legge regionale elettorale non andremmo nemmeno al ballottaggio. La mia idea è dunque quella di puntare ad arrivare al 50 per cento dei consensi insieme agli autonomisti e con chiunque non si collochi nel centro destra e con i sovranisti, perché questo è l’unica aggregazione possibile in Valle d’Aosta.»

Totalmente in disaccordo sia con Elio Riccarand che con Luca Tonino è l’altra anima della sinistra valdostana, ovvero Raimondo Donzel di Area Democratica, per il quale bisognerebbe partire dai contenuti e non dalle sigle. «Un campo veramente progressista non lo si fa sommando le forze politiche che si definiscono progressiste, lo si fa partendo da un programma. - dice Raimondo Donzel - Penso sia inutile parlare di “campo largo” in Valle d’Aosta quando il Partito Democratico non fa nulla di sinistra ed anzi rinuncia a tutto ciò che di progressista era nel suo programma, pur di rimanere al governo con gli autonomisti con il solo intento di mantenere uno status quo.» «Così facendo il Partito Democratico ha rinunciato al cambiamento - continua Raimondo Donzel - e chi rinuncia ai valori della sinistra non può certo essere nostro alleato o far parte di un progetto progressista.»

Scetticismo sulla proposta politica anche tra i centristi, tanto che il coordinatore regionale di Azione Marco Curighetti spiega: «Credo che il rischio sia quello di proporre un’apertura talmente ampia da diventare controproducente, perché mettere insieme delle forze politiche tanto per fare numero non ha molto senso. Tra l’altro noi di Azione abbiamo più volte affermato che con il Movimento 5 stelle siamo incompatibili e, anche se la Valle d’Aosta è un mondo a parte, vogliamo ugualmente seguire questa linea nazionale».

Marco Curighetti coglie l’occasione per svelare i progetti futuri del suo movimento. «Per quel che mi riguarda noi di Azione - annuncia il coordinatore Curighetti - stiamo concentrando il nostro impegno per formare un polo di centro con La Renaissance di Giovanni Girardini, con la quale stiamo collaborando da diversi mesi. In merito al “campo largo”, credo che nemmeno a livello italiano nelle elezioni politiche del 2023 Azione farà parte di un progetto del genere, perché è molto più probabile che Carlo Calenda decida di correre da solo assieme a +Europa e altre liste civiche di centro.»

Da parte sua conferma l’intesa con Azione l’imprenditore aostano Giovanni Girardini. «Noi de La Renaissance siamo di centro e stiamo lavorando per un centro unito. Guardiamo ai moderati di destra come ai moderati di sinistra, comunque non ci piace l’idea di essere forzati a lavorare con gli estremisti, non ne capiamo il senso logico.» In merito alla nascita di un “campo largo” in Valle d’Aosta Giovanni Girardini sostiene: «Non penso che questo progetto prenderà mai piede nella nostra regione. Credo più che altro che nella politica valdostana si stiano formando tre poli: uno di destra, uno di centro e uno di sinistra, che vedranno gli autonomisti sparpagliati».

L’idea di un “campo largo” in salsa valdostana non trova soddisfazione nemmeno tra le forze più radicali della sinistra regionale.

«Per esperienza sappiamo quanto sia difficile costruire un fronte unito. - spiega Daria Pulz di Adu - Siamo partiti dalla collaborazione su temi concreti con il Movimento 5 stelle, Area Democratica e la stessa Rete Civica con ottimi risultati, ma non bisogna forzare le cose e non ha senso creare dei cartelli elettorali che spesso finiscono malissimo. Noi inoltre siamo contrari rispetto all'opportunità di considerare come forze del cambiamento progressista movimenti e partiti che attualmente sostengono delle politiche di segno opposto, stando al governo in Regione, perché l'unità è un bene che si costruisce progressivamente, sulla base di rapporti di fiducia concreti e non attraverso iniziative estemporanee.»

Pure il Movimento 5 Stelle non è entusiasta della proposta di Rete Civica. «Il dialogo è importante - sottolinea la delegata regionale Patrizia Pradelli - però lo si costruisce quando si vuole andare nella stessa direzione, altrimenti diventa solo della propaganda fine a sé stessa, inutile nell’ottica del raggiungimento di fini ed obiettivi comuni. Il Movimento 5 Stelle ritiene importante continuare a lavorare con i soggetti politici con i quali già collabora - ovvero Adu, Rete Civica e Area Democratica -, al contrario con gli altri non vediamo nessuna sintonia e nessuna compatibilità su proposte e progetti.»

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