Il “boarding”: quando il paziente è “parcheggiato” in Pronto soccorso L’assessore Barmasse: “Numerose iniziative per ridurre il problema”

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Nella seduta consiliare di giovedì scorso, 15 dicembre, il gruppo Lega Vallée d'Aoste ha illustrato un'interpellanza sul fenomeno del “boarding” - ovvero il prolungato stazionamento dei pazienti già valutati e in attesa del posto letto - al Pronto soccorso dell'Ospedale regionale “Umberto Parini” di Aosta. «Quando non ci sono posti liberi nei reparti, i pazienti devono attendere in Pronto soccorso, spesso rimanendo in barella per ore, se non giorni. - ha rilevato il capogruppo Andrea Manfrin - Quattordici medici del settore emergenza al “Parini” hanno firmato una nota segnalando questa criticità, evidenziando che il numero dei pazienti in "boarding" è pari al numero delle 16 postazioni di cui dispone il Pronto soccorso e che l'accettazione di nuovi pazienti è ostacolata per una mera questione di spazi. Oltre alla testimonianza diretta dei medici, abbiamo anche quella di pazienti che, dopo aver atteso lungamente in Pronto soccorso, sono ricoverati in reparti che non corrispondono alla diagnosi ricevuta».

«Il "boarding" è un problema presente in tutti i pronto soccorso. - ha risposto l’assessore alla Sanità Roberto Barmasse - Nel dopo Covid questo fenomeno si è accentuato e le difficoltà, prima presenti in alcuni giorni di periodi particolari dell'anno, si sono trasformate in un problema cronico. Anche in Valle d'Aosta il fenomeno è in aumento per cause immodificabili come le variazioni demografiche ed epidemiologiche della popolazione e per problemi organizzativi. Questi ultimi sono stati condizionati da un mix di vari fattori tra cui: una riduzione di circa 50 posti letto a causa della carenza di personale sanitario e la ridotta funzione di filtro delle cure primarie; un tasso di ospedalizzazione molto alto (in parte collegato alle nostre caratteristiche demografiche ed epidemiologiche); una difficoltà nelle dimissioni presso le micro comunità (nonostante la Regione si sia dotata di 50 posti letto residenziali utili allo scopo) e, in alcuni casi, ai tempi di degenza superiori alla media. Il Covid non è scomparso e alcuni reparti hanno dovuto rivedere la loro "mission" dedicandosi a questa attività: non è più stata ridotta l'attività programmata, che anzi è stata incrementata per il recupero delle liste d'attesa accumulate durante le precedenti ondate. Ciò ovviamente ha aumentato l'occupazione dei posti letto per i pazienti non urgenti a scapito di quelli provenienti dal Pronto soccorso».

«Sono state implementate varie misure per mitigare il problema: - ha proseguito l’assessore Roberto Barmasse - l’attivazione di 10 posti letto di micro comunità per dimissioni rapide per i pazienti da inserire in attesa del posto definitivo; posti letto sovrannumerari nei reparti in caso di superamento di una soglia di "boarding" in Pronto soccorso; apertura di 10 posti letto in più dal 1° dicembre; potenziamento ed estensione dell'orario dell'attività di bed management; attivazione del progetto Dimissioni precoci ospedale territorio. Nell'ambito degli interventi legati al Pnrr e in attuazione della programmazione prevista nella bozza di Piano per la salute e il benessere sociale, già approvato ad aprile, si stanno predisponendo delle attività di riorganizzazione del territorio più a lunga scadenza tra cui l'introduzione di nuovi setting di assistenza residenziale sociosanitaria (Ospedale di Comunità, Morgex, revisione dei setting di alcune microcomunità) che faciliterà la riduzione del numero di ricoveri inappropriati e dei giorni di degenza media in ospedale, liberando posti letto e garantendo una risposta sanitaria più efficiente ed efficace; una revisione della medicina di base e delle cure di prossimità per aumentare la risposta ai bisogni di assistenza sanitaria sul territorio nelle fasi non acute e trasformazione dei poliambulatori nelle Case della Comunità, al fine di diminuire l'accesso in ospedale; l'incremento di misure di attrattività per il personale sanitario e interventi legislativi regionali specifici per facilitare l'Usl nel reperimento di personale necessario alla riapertura totale dei reparti».

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