Il bis di Julien Boverod al Festival di Sanremo con i brani cantati da Emma e da Fred De Palma
“Apnea” cantata da Emma e “Il cielo non ci vuole” interpretata da Fred De Palma sono le 2 canzoni scritte e prodotte da Julien Boverod, 24enne di Aosta, in arte Jvly, che hanno partecipato all’ultima edizione del Festival di Sanremo. La prima si è classificata 14esima e la seconda trentesima e, perciò, ultima. Ciò nonostante Julien Boverod, che lo scorso anno con “Polvere” cantata dal rapper Federico Olivieri - alias “Olly” - si era piazzato al 24esimo posto ma che poi è stato il decimo brano tra quelli in gara con più ascolti ottenendo anche un disco d’oro, è soddisfatto. Infatti “Apnea” di Emma è la quinta canzone più ascoltata e trasmessa dalle radio italiane, con un ottimo riscontro pure sulle piattaforme musicali online. Anche il pezzo di Fred De Palma sta andando bene su Spotify. «E questo è ciò che conta» commenta Julien Boverod, visto che per questo artista quella sul palco dell’Ariston è stata un’esperienza particolarmente impegnativa, dato che era la prima volta che partecipava al Festival della canzone italiana. «Il livello delle canzoni di Sanremo di quest’anno era alto. - commenta Julien Boverod - Si sono esibiti molti artisti giovani e la cosa positiva è che si è avvertito un respiro internazionale nei brani presentati. In “La noia” di Angelina Mango, che ha vinto, ma pure in “Tuta gold” di Mahmood emergono caratteristiche non prettamente della canzone italiana, quindi è un’evoluzione della nostra musica». In merito alla vittoria di Angelina Mango, Julien Boverod commenta: «È uno dei migliori talenti attualmente in circolazione e sono veramente felice che sia lei ha rappresentare l’Italia all’Eurovision». La musica è una passione che Julien Boverod coltiva fin da piccolo, dato che nasce in una famiglia di musicisti, e che cresce frequentando il Liceo musicale. La svolta giunge nel 2016, quando si trasferisce a Torino e inizia il percorso di produttore. Attività che poi è proseguita a Milano dove ha aperto il suo studio di produzione. Julien Boverod conclude: «Con tanti sacrifici, e con tanta fatica, la musica da grande passione si è trasformata in un lavoro, ed è la cosa più bella del mondo».