Il bilancio della Procura «In Valle d’Aosta più reati»

Il bilancio della Procura «In Valle d’Aosta più reati»
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Crescono dell'8 per cento i reati in Valle d'Aosta, passando da 3.275 del 2022 ai 3.594 dello scorso anno. Il dato è stato reso noto lunedì scorso, 29 gennaio, dal sostituto procuratore Manlio D'Ambrosi durante la presentazione del bilancio sociale 2023 della Procura di Aosta. Tra i reati che sono cresciuti maggiormente, vi sono quelli legati al cosiddetto Codice rosso, che sono passati complessivamente da 160 a 184. Nel dettaglio: i maltrattamenti sono stati 93 (contro gli 82 del 2022), gli atti persecutori 42 (rispetto ai precedenti 35), le violenze sessuali 31 (l’anno prima erano stati 23) e infine 18 le violazioni al divieto di avvicinamento alla vittima (nel 2022 erano state 22). «Crescono i reati riconducibili al Codice rosso - commenta il sostituto procuratore Manlio D'Ambrosi - e il dato è in aumento su tutto il territorio nazionale. Sicuramente sta crescendo la consapevolezza nel denunciare, ma il fenomeno è grave e come tutti i fenomeni sociali per carpirli e studiarli c'è bisogno di tempo». Altro reato che ha subito un aumento è quello delle lesioni personali: in Procura sono giunte 153 denunce contro le 124 del 2022. I furti sono stati 890 (a fronte dei 798 dell’anno precedente). Crescono anche le truffe informatiche 635 (530). Nonostante la carenza del 53 per cento del personale amministrativo (in pianta organica dovrebbero essere in 30 e sono in 14) l'indice di performance dell'ufficio valdostano è ottimo e nel 2023 sono stati definiti 4.495 fascicoli su 4.802. «Anche per il 2023 - conclude il sostituto procuratore Manlio D’Ambrosi - la Procura di Aosta ha mantenuto gli obiettivi di efficienza. I tempi medi di definizione di un fascicolo sono di 43 giorni».

In questo contesto, è pure diminuita la spesa per le intercettazioni telefoniche e ambientali svolte l'anno scorso dalla Procura di Aosta, dato che è stata di poco meno di 294mila euro, in calo rispetto ai 532mila euro del 2022. Il numero di provvedimenti per intercettazioni è passato da 2.045 a 1.140. Sono quasi raddoppiate invece le spese per consulenti, periti e traduttori che sono balzate dagli oltre 62mila euro del 2022 ai quasi 123mila dello scorso anno. «Complessivamente - spiega il sostituto procuratore Manlio D'Ambrosi - le spese di giustizia sono rimaste invariate, sono cambiate le voci di spesa. Abbiamo avuto più bisogno di interpreti, per gli arresti della frontiera e di periti per le indagini che si fanno sempre più tecniche e necessitano di figure sempre più professionali. E abbiamo avuto meno necessità di intercettazioni telefoniche».

In merito agli esiti dell’azione penale - cioè dei giudizi richiesti dalla Procura al termine delle indagini -, le sentenze di condanna sono state nel 2023 il 17.31 per cento dei processi celebrati (90), quasi quante quelle di assoluzione, il 18.08 per cento (94). In Procura tengono però a ricordare che la tesi inquirente non è smentita anche in altre casistiche di risultato, come quelle di remissione querela e oblazione (13.46 per cento), di richiesta di “messa alla prova” (15.38 per cento) o di patteggiamento (20.58 per cento). Dati per “pienamente raggiunti” gli obiettivi fissati per il 2023, guardando all’anno appena iniziato la Procura si prefigge non solo di mantenere gli standard raggiunti, ma di dare corso ad ulteriori implementazioni tecnologiche della struttura - ad oggi è telematica l’archiviazione dei procedimenti, ma occorre passare anche alle altre fasi -, ad incrementare ancora la sicurezza del Palazzo di giustizia, ad aggiornare i protocolli di collaborazione con il Tribunale e a garantire efficacia ed efficienza nelle attività amministrative e giurisdizionali.

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