“Il 50 per cento dei lavoratori della sanità rimane escluso dall’indennità regionale”

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«Ci chiediamo come mai il Consiglio regionale della Valle d’Aosta nel campo della sanità non riesca ad approvare un provvedimento che sia equo per tutti i lavoratori del comparto sanità, e neanche per sbaglio ogni tanto riescono a fare la cosa giusta nel momento giusto». Ad affermarlo sono Ramira Bizzotto della Uil e Igor De Belli della Cgil, in merito all’indennità regionale prevista per medici e infermieri dal 2022 nella legge di stabilità approvata in Consiglio Valle la settimana scorsa. «Come mai nel provvedimento dell’indennità integrativa per medici e infermieri non rientrano tutte le tipologie di lavoratori che ruotano intorno alla sanità valdostana? Il 50 per cento dei lavoratori della sanità rimane escluso da questo provvedimento che doveva essere esteso a tutte le lavoratrici e i lavoratori della sanità (Oss, tecnici, eccetera). Non si può continuare con la manfrina del “a qualcuno sì e agli altri no» prosegue la nota. Al sindacato non piacciono i provvedimenti «inficiati da strumentalizzazioni politiche spesso sterili: non si creano disuguaglianze tra i lavoratori, soprattutto se poi l’intento è quello di mettere gli uni contro gli altri. Poi c’è un’altra questione, il rischio è quello dell’impugnativa da parte dello Stato, come già successo nel recente passato. Saranno ovviamente gli organismi competenti a valutare la legittimità di tale operazione, ma il rischio è che siano i lavoratori a pagare le conseguenze di tali scelte politiche».

In sede di discussione di bilancio era stato respinto un emendamento proposto dai gruppi di opposizione della Lega e di Pour l'Autonomie e dal consigliere di minoranza del gruppo misto Mauro Baccega che prevedeva di estendere l'indennità di attrattività anche al personale tecnico sanitario di laboratorio biomedico e di radiologia medica. «Non si vuole stabilire un premio che contraddistingue per merito i medici e gli infermieri rispetto alle altre categorie - aveva precisato l'assessore alla Sanità Roberto Barmasse - ma l'indennità si riferisce a queste 2 categorie perché sono le più difficili da reperire sul mercato del lavoro per via della fuga di queste professionalità oltre il confine». Per Roberto Barmasse, estendere l'attrattività anche ai tecnici di laboratorio e di tecnologia «espone la norma a maggior rischio di impugnativa perché si tratta di figure per cui noi non riscontriamo una carenza così generalizzata e ci pare discriminante rispetto agli altri operatori».

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