«I veri alpini non sono quelli delle presunte molestie all’Adunata di Rimini»

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In riferimento ai fatti accaduti durante l’Adunata degli Alpini di Rimini - fatti poco edificanti e che, se provati, gettano “discredito” sul glorioso Corpo degli Alpini - sono un secondo cugino di un alpino veneto e italiano che si trovò a vent’anni coinvolto nella tragica Campagna di Russia durante la Seconda Guerra Mondiale.

Questo mio cugino faceva parte di un reparto logistico e servizi del Comando del Corpo d’Armata alpino dell’Armir, su sul fronte russo e del Don e partecipò alla drammatica Ritirata di Russia a 30-40 gradi sotto zero, nella neve e nel gelo polare della steppa sconfinata.

Del suo reparto fu tra i pochissimi alpini a ritoranre vivo in Italia nel marzo 1943, con un piede congelato. Da quanto lo conoscevo, parlava poco della sua terribile vicenda in Russai e della guerra in generale, essendo però sempre fiero ed orgoglioso di essere un Alpino.

Fosse vivo, sono certo che disapproverebbe i fatti incresciosi - che vanno provati - all’Adunata di Rimini, indegni degli alpini, quelli veri, Che sono tutt’altra cosa. Sempre in prima linea, in guerra e in pace.

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