I vantaggi del grande caldo “Occasione per sperimentare la cucina solare senza fiamma”
Da ormai diversi anni si sta sperimentando la cosiddetta cucina solare in vari ambiti internazionali, con l’impiego di differenti materiali e con prospettive economiche ed ecologiche sempre più promettenti. Per qualcuno la possibilità di cucinare con l’energia del sole ha rappresentato una curiosità e una moda che, una volta esaurita la spinta iniziale, è stata poi lasciata nel dimenticatoio. Per altri ha rappresentato una nuova nicchia nel mercato globale caratterizzata dalla produzione di forni solari sempre più sofisticati, con elementi d’avanguardia e prezzi non così abbordabili dai più. Per tantissime persone del Terzo Mondo (ma anche in Cina e in India) è diventata l’unica forma di cottura possibile in assenza di legna disponibile vista la massiccia deforestazione che ha desertificato diverse nazioni.
Quasi nessuno sa che il primo forno solare, allora chiamato la “boîte chaude”, fu inventato nel 1767 dallo scienziato di Ginevra Horace Bénédict de Saussure - famoso in Valle d’Aosta per aver favorito la prima ascensione sulla vetta del Monte Bianco, ed al quale è dedicato il Giardino Alpino di Courmayeur - che realizzò appunto un primo strumento in grado di convogliare i raggi solari per ottenere energia termica e che raggiunse i 110 gradi centigradi. In realtà la cottura di alimenti tramite il calore del sole trasmesso alle pietre è stato confermato che fu già impiegata in epoca preistorica.
Il naturopata Ronni Bessi da più di 10 anni in Valle d’Aosta sperimenta la cucina solare e la realizzazione di forni a questo scopo, anche attraverso progetti multidisciplinari nelle scuole e laboratori per adulti. «Questa a mio avviso rappresenta una nuova, e allo stesso tempo antica, forma naturale di cottura del cibo, senza controindicazioni, e caratterizzata da importanti risvolti positivi: notevoli risparmi economici ed energetici (perché sprecare soldi nel cucinare quando possiamo evitarlo?), assenza dell’uso della fiamma del gas (quindi nessuna necessità di controllarla, nessun rischio di bruciare gli alimenti che stanno cuocendo e nessun rischio per i bambini), modalità di cottura a temperatura più bassa con tempi allungati, il che favorisce una trasformazione più morbida degli alimenti, con vantaggi anche per i nutrienti presenti negli stessi. - spiega Ronni Bessi, autore della tesi di naturopatia “la MeditAlimentazione consapevole / la filosofia Zen nell’alchimia del nutrimento” - La cucina solare in queste settimane di grande caldo si presta ad essere impiegata ancora più proficuamente. Si tratta di una pratica che io metto in atto da aprile fino a tutto settembre ed anche oltre, e il tutto impiegando semplici ed economici materiali di uso comune reperibili nei grandi supermercati o in alcuni negozi. Nel concreto verdure come peperoni e zucchine (le melanzane rimangono invece gommose) tagliate a listelle sottili si possono lasciare per delle ore al sole su quelle “lose” sottili che vengono vendute come taglieri per salumi e formaggi, divenendo croccanti e con un sapore più intenso. Le mele tagliate a fettine risultano maggiormente dolci e sminuzzate possono essere aggiunte negli yogurt conferendo loro nuovi gusti». «Utilizzando poi pentole in ghisa con coperchi dello stesso materiale o di vetro - inserite in grandi bacinelle d’acciaio lucidate internamente a specchio a sua volta chiuse da ampi coperchi sempre di vetro, e dalle pareti esterne annerite con apposite vernici per altre temperature per favorire l’accumulo di calore - grazie all’effetto serra che sarà stato creato si potranno cuocere lentamente nelle stesse saporiti minestroni vari. - conclude Ronni Bessi - Saranno questi i propri primi personali Eco Forni Solari, da impiegare nelle belle stagioni anno dopo anno».