«I turisti delle seconde case? Non li abbiamo visti» Feste senza vendite per i negozi di generi alimentari

«I turisti delle seconde case? Non li abbiamo visti» Feste senza vendite per i negozi di generi alimentari
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«I villeggianti delle seconde case? Non ne abbiamo visto uno». Parole di Alexis Vallet, direttore della Cofruits che gestisce 2 punti vendita, 1 a Saint-Pierre e l’altro a Villeneuve. Le feste di fine anno, come sappiamo, sono trascorse per la maggior parte in zona rossa. Il che vuol dire confini chiusi. Però si sperava sugli arrivi nelle seconde case prima dei vari provvedimenti che hanno blindato le feste. Sulla «venuta» di milanesi e torinesi che di solito fanno la fortuna dei commercianti locali. «Neanche l’ombra. - rincara la dose Alexis Vallet - Sarà giunto in Valle d’Aosta sì e no il 5 per cento dei proprietari delle seconde case». I numeri sono impietosi. «Fino al 24 dicembre più o meno abbiamo lavorato, in linea con gli anni passati. Dal 26 dicembre al 6 gennaio ho perso 10mila euro di fatturato al giorno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Durante le vacanze di natale abbiamo registrato un calo del 60 per cento. In questo periodo l’anno scorso incassavamo, al giorno, 13mila, 15mila, 17mila euro il 31 dicembre. Adesso quando è andata bene 5-6mila euro, quando è andata male 3mila euro» segnala Alexis Vallet. La spiegazione? «Non c’è nessuno, e chi c’è non si muove: sono tutti terrorizzati dalle multe».

«Guardate che il danno economico per la Valle d’Aosta non va lontano dal mezzo miliardo di euro. E se sarà zona rossa tutti i fine settimana fino ad aprile, è un dramma. La scorsa primavera il danno è stato di 100? Questa volta è di 500».

Sulla stessa lunghezza d’onda Marcello Panizzi, gastronomia di qualità con 3 negozi: a Courmayeur, a La Thuile e a Morgex: «Abbiamo avuto un forte calo, di circa il 70 per cento. Si è visto un po’ di “movimento” alla vigilia di Natale e il 30 e 31 dicembre. Presenza minima di stranieri, unica nota positiva le famiglie degli atleti degli sci club. E i residenti, che si sono dedicati alla buona tavola».

Denis e Roberto Chatrian gestiscono con la famiglia i Supermercati Chatrian con punti vendita ad Antey-Saint-André, Torgnon e a Valtournenche. «Si sono viste giusto le famiglie dei ragazzi degli sci club che sono venuti ad allenarsi e praticamente nessun ospite. - raccontano - Turisti per le vacanze di Natale ben pochi. Abbiamo registrato un calo enorme rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E a Torgnon il fatturato di questo periodo vale tantissimo, quasi il 50 per cento di tutto l’inverno. Pure a Valtournenche sono stati pochi i turisti presenti, vista la situazione». Capitolo dipendenti: «Compresi noi, siamo in 10 a lavorare e abbiamo deciso, nonostante la difficile situazione, di non utilizzare la cassa integrazione per nessuno dei nostri collaboratori facendo un grosso sforzo. In passato durante le feste natalizie la squadra raggiungeva le 20 unità nei 4 punti vendita a Torgnon, Antey e Valtournenche». «Il nostro obiettivo - concludono - rimane quello di garantire un servizio alla nostra comunità, auspicando che ci sia al più presto la possibilità di far rivivere la montagna».

«Clienti dalle seconde case? Zero assoluto» sbotta Flavia Sonsini, che con il marito Lorenzo Duclos gestisce Chez Duclos a Gignod, prodotti lattiero caseari molto ricercati.

«L’anno precedente in questo periodo avevamo la coda ed eravamo in 6 a servire. Quest’anno abbiamo lavorato meno della metà di dicembre dell’anno scorso. Oggi, per intenderci, siamo solo io e mio marito qui in negozio. Siamo riusciti a fare qualcosa con le spedizioni, recuperando il 10 per cento dei clienti che ci ordinavano i cesti».

«In negozio abbiamo registrato il 90 per cento in meno rispetto all’anno scorso»: parole di Alexandre Bertolin, titolare con la famiglia del Salumificio Bertolin di Arnad. «Lavorando praticamente solo con i turisti, significa che in pochissimi si sono spostati».

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