I Sindaci pregano in Cattedrale per le vittime del Covid

«Oggi, qui, tramite voi, ci sono tutti i valdostani». Il vescovo monsignor Franco Lovignana ha ringraziato con queste parole i Sindaci che nella mattinata di martedì scorso, 30 marzo, hanno partecipato in Cattedrale alla Messa richiesta dal Celva per commemorare le vittime della pandemia. I banchi della navata centrale erano occupati ciascuno da due Sindaci - distanziati come da protocollo anti-contagio - con indosso le fasce tricolori, un’immagine potente che ha rappresentato una comunità provata dal dolore ma non sconfitta, unita nella forza della fede. Erano presenti anche il presidente della Regione Erik Lavevaz e il direttore generale dell’Usl della Valle d’Aosta Angelo Pescarmona.

«La preghiera suscita responsabilità, il fare memoria davanti a Dio e impegnarsi perché le storie delle sorelle e dei fratelli che non ci sono più non vengano dimenticate» ha detto monsignor Franco Lovignana ricordando, insieme alle vittime, le tante persone che stanno soffrendo dal punto di vista economico e coloro che lottano quotidianamente contro il Coronavirus. «Come società civile - ha proseguito il Vescovo - dobbiamo lavorare perché la crisi, con il suo peso di sofferenza e di morte, generi futuro per la nostra Valle. E’ una responsabilità grande. Per dirla con Papa Francesco: “Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla”. Dobbiamo lavorare perché la sanità pubblica torni ad avere i numeri e le risorse di cui ha bisogno, perché ci sia lavoro per tutti e sostegno per i più deboli, perché ci sia giustizia nell’uso delle risorse. Dobbiamo vigilare perché la crisi non permetta il dilagare della corruzione. Tutto ciò richiede in ogni cittadino onestà, cura per il bene comune, vigilanza».

Il presidente del Celva e sindaco di Doues Franco Manes ha ringraziato il Vescovo per aver accolto l’invito del Celva: «Davanti agli occhi di tutti noi, ne sono certo, sono passate le immagini di dolore e di difficoltà che abbiamo vissuto in questo ultimo anno, ma c’è anche della speranza».